giovedì 14 marzo 2013

Un Dio che mi fa leggero



Steve McCurry - Power of play


Per un Iddio che rida come un bimbo,
Tanti gridi di passeri,
Tante danze nei rami,

Un'anima si fa senza più peso,
I prati hanno una tale tenerezza,
Tale pudore negli occhi rivive,

Le mani come foglie
S'incantano nell'aria...

Chi teme più, chi giudica?
(G. Ungaretti - Senza più peso, da Il sentimento del tempo)

Il Regno di Dio è una tavola imbandita, una festa, un'assemblea di persone che sono state liberate per la libertà (propria e degli altri), uno spazio di gioco. Non c'è paradiso senza gioia, senza movimento, senza trasformazione di questo mondo che, invece di volgere alla sua fine, volge verso il suo rinnovamento. Non c'è paradiso senza l'Iddio che rida come un bimbo e non c'è paradiso senza la leggerezza. Forse "insostenibile è la leggerezza dell'essere" perchè insostenibile è il peso di essere liberati dal Dio della libertà. Il giudizio, parafrasando il Vangelo secondo Giovanni, è questo: Cristo ha portato la leggerezza e gli uomini hanno preferito rimanere pesanti. Grande paradosso: gli uomini vogliono il cielo e amano il loro peso. La gravità dell'egoismo, dell'essere incurvatus in se, altro non è che la gravità stessa contro cui l'uomo fatica nel suo elevarsi disperato al cielo. Eppure, esiste una gravità opposta, dunque levità; quella di Dio: essa non chiede all'uomo di salire, ma porta Dio a scendere: il Nuovo mondo viene incontro a questo mondo. Quella stessa gravità di Dio, che è leggerezza, chiede all'uomo di rimane sulla terra, non di salire al cielo, e chiede all'uomo di rimane qui come uomo-leggero, come figlio del tempo, come figlio del Dio della leggerezza.

Le mani come foglie, non più la mano del predicatore o del prete che ti giudica da un pulpito o da un altare, non più le mani che al contempo ti salutano e si fanno giudizio su di te, non più lo schiaffo, il pugno, il palmo chiuso. La leggerezza di Dio ti fa mano aperta, sottile, delicata e vibrante nel soffio del Vento, quel Vento che altro non è che lo Spirito di Dio stesso, definito in modo splendidamente teologico e poetico da Paolo di Tarso, come lo Spirito di Libertà. Le mani come foglie, cioè delle vite nel tempo, che con i loro colori rendono bello l'autunno del mondo, con la loro assenza e il loro silenzio nell'inverno testimoniano l'attesa del mondo della nuova stagione, con il loro verde estivo, schermano il viandante stanco dalla calura del mondo, con il loro germogliare primaverile rimandano ai germogli di speranza che Dio già ora semina in questa terra.

Il sorriso del Dio che è Creatore: la sua vitalità nelle danze nei rami, il suo esultare in quella che G.M. Hopkins definisce "pied beauty" (cioè, bellezza variegata o pezzata), il suo essere rappresentabile non come un vecchio severo ma con l'intensa ripetitività dei bambini i quali "dicono ogni volta: - Fallo ancora - , e l'adulto ripete fino allo sfinimento. [...] Può darsi infatti che Dio ogni mattina dica - Fallo ancora - al Sole e ogni sera dica - Fallo ancora - alla Luna. Forse non è un 'automatica necessità a rendere le margherite tutte uguali, forse Dio crea ogni margherita separatamente, ma non si stanca mai di farlo. Probabilmente possiede in eterno lo stesso entusiasmo dell'infanzia; noi siamo invecchiati perchè abbiamo peccato e nostro Padre è più giovane di noi" (G. K. Chesterton - Ortodossia)

Ecco in fondo cosa vorrei, che il messaggio della mia vita fosse questo: credo in un Dio che mi fa leggero. 




1 commento:

  1. è davvero bello quello che scrivi qui... soprattutto perchè c'è un sacco di gente che - anche se inconsciamente - vede Dio come un peso, qualcuno che ti aggravia di leggi, obblighi, osservanze, e che ti minaccia costantemente con punizioni di ogni genere. Invece, io ho sempre pensato che il Dio di Gesù Cristo è esattamente quell'abbà di cui anche lui stesso parla: qualcuno che ti ama per quello che sei, qualcuno che ti accetta senza pretendere di cambiarti come controprezzo per amarti, qualcuno il cui giogo è leggero (appunto), e che non dieventa mai fonte di angoscia o di oppressione ma - al contrario - è fonte di leggerezza e di libertà. Bella riflessione, J...

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