tag:blogger.com,1999:blog-74178232160045897812024-03-19T04:48:38.722-07:00Teologia dal SottotettoCarte sparse da una mansarda qualsiasiJonathan Simone Benattihttp://www.blogger.com/profile/08967034071168168067noreply@blogger.comBlogger8125tag:blogger.com,1999:blog-7417823216004589781.post-63631034111054899952013-05-14T05:05:00.000-07:002013-05-14T05:05:07.654-07:00Guardare attraverso l'orizzonte
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlFobdeWErUqVIZr8m6an1aP7MCWiSKjW5XUrZ4VxAoBTGEB6VM2AjhojN0Dl-BLVZikY5FZUrv7hd7MwrQe3DP0rLKBw6ApKGKw2Lis9kyZnFSdpBLZeEvpq1x1mOw-MHTuLRsFv5UDk/s1600/trinity.jpg!Blog.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlFobdeWErUqVIZr8m6an1aP7MCWiSKjW5XUrZ4VxAoBTGEB6VM2AjhojN0Dl-BLVZikY5FZUrv7hd7MwrQe3DP0rLKBw6ApKGKw2Lis9kyZnFSdpBLZeEvpq1x1mOw-MHTuLRsFv5UDk/s320/trinity.jpg!Blog.jpg" width="224" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><i><b><br /></b></i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><i><b>Sermone
– Domenica di Exaudi, 12 Maggio, 2003</b></i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><i><b>Guardare
attraverso l'orizzonte</b></i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><i><b>Giovanni
14, 1-19</b></i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><i>Il
vostro cuore non sia turbato, abbiate fede in Dio, e abbiate fede
anche in me[...]</i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><i>Se
voi mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il
Padre ed egli vi darà un altro Paracleto perché rimanga con voi per
sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere
perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli
rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò
da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi
vedrete, perché io vivo e voi vivrete.</i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<i>Il credente è un viandante spirituale che cammina nel mondo presente verso il mondo futuro e nuovo di Dio; tutta la sua vita nei suoi vari aspetti è in tensione costante verso questa direzione, mosso non dalla ricerca di una buona e tranquillante sistemazione per sè [...] non da un proprio interesse per una salvezza ultraterrena, che non sarebbe altro che una riproduzione metafisica dell'amore verso sè stesso, ma dalla ricerca e dall'amore del Dio che l'evangelo gli ha rivelato. (<b>V. Subilia - Solus Christus</b>)</i>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Cari
fratelli e sorelle,</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">la
parola che abbiamo letto questa mattina e che ci accingiamo a
commentare è inattuale e attuale al contempo. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">E’
</span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><b>inattuale</b></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;">
per la nostra mente moderna, perché siamo abituati a vedere i nostri
propri problemi in un’ottica esclusivista e a trattarli come
assolutamente nuovi e unici; inoltre, essa è </span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><b>inattuale</b></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;">
perché sembra dotata di una certa tensione nel suo richiedere
all’uomo, spaventato e preoccupato per la condizione in cui versa,
di non avere paura. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Essa
è anche una parola </span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><b>attuale</b></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;">,</span><span style="font-family: Times New Roman, serif;">
perché è indirizzata al centro dell’esistenza umana, un'
esistenza che si gioca spesso tra le aspettative per un domani
migliore, la sete di certezze e di conferme utili alla vita e al suo
mantenimento, e, in più, tra la paura e l’ansia che colgono l’uomo
quando affronta lo smarrimento o percepisce intorno a sé la
precarietà delle cose e dell’esistenza.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Eppure
proprio </span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><b>questa parola</b></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;">,
giunge oggi a noi, così come giunse ai discepoli che la udirono.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">In
questa sezione del Vangelo di Giovanni, chiamata con un certo
consenso dai commentatori “</span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><i>il
Libro della gloria</i></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;">”
(dove con ciò si sottolinea la glorificazione di Cristo nella sua
morte sulla croce e nella sua risurrezione dai morti) siamo
all’esordio dei vari discorsi di commiato che Gesù avrebbe
pronunciato nella cerchia dei suoi discepoli (cap. 13-17) prima di
affrontare la sua crocifissione.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Nella
narrazione giovannea viene premessa, prima della sezione specifica
dei discorsi, la narrazione di quanto accadde durante l’ultima
cena: dopo il celebre episodio della lavanda dei piedi, il clima, già
per altro non sereno, viene caricato ulteriormente dal peso di
domande e pensieri angosciosi, dall’annuncio del tradimento di
Giuda, dall’annuncio del prossimo rinnegamento di Pietro e, sopra
ogni cosa, dalla premura con cui Gesù cerca di fare capire ai
discepoli stessi la sua prossima dipartita: “</span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><i>Figlioli
è per poco che sono ancora con voi” </i></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;">(cfr.
Giov. 13, 33)</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Proprio
a termine di tali eventi ci viene detto, seguendo la narrazione
evangelica, che Gesù esordisce con alcune parole di incoraggiamento:</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><i>Il
vostro cuore non sia turbato, abbiate fede in Dio, e abbiate fede
anche in me </i></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;">(Giov.
14,1)</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">A
fronte della sua imminente morte sulla croce, Gesù cerca di
riportare i propri discepoli a una visione intinta nella speranza e
nella fiducia, insistendo sul fatto che c’è una differenza
sostanziale e decisiva tra la percezione che l’uomo ha delle cose e
la percezione delle cose che Dio ha.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Il
Vangelo di Giovanni ci presenta tali istanti come un momento, per i
discepoli, di confusione, d’incomprensione, di smarrimento e di
paura, fino al punto di diventare un momento di defezione, di
abbandono, di perdita della speranza, quella stessa speranza
“messianica” che sembrava aver mosso per qualche tempo gli animi
di queste persone. Di fronte alla realtà dei fatti, alla durezza di
quanto, di lì a poco, sarebbe accaduto, la parola di Gesù è </span><span style="font-family: Times New Roman, serif;">tanto</span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><b>
paradossal</b></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;">e per i
discepoli quanto lo è oggi per noi, che viviamo un’uguale perdita
di speranza, di certezza; per noi che sperimentiamo il senso di
solitudine o di abbandono; per noi che avevamo riposto fiducia in
questo o quel movimento politico affinché risolvesse o quanto meno
tamponasse i problemi del nostro paese; per noi che vorremmo vedere
una chiesa non solo fedele a una vocazione di povertà o di
semplicità o una chiesa sempre tendente al passato (le origini e i
gloriosi ritorni) e priva di presente, ma soprattutto una chiesa che
sappia annunciare all’uomo moderno quella Parola che la mantiene in
vita ed è vita anche per il mondo e che sappia vivere di quella
Parola e in quella Parola, con grazia e aderenza.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">In
una situazione di smarrimento personale e collettivo, risuona appunto
questa sentenza: </span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><i>abbiate
fede in Dio, e abbiate fede anche in me.</i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><b>Perché
paradossale?</b></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"> Perché
chi può trovare in sé stesso questa fede così intensa da
trascendere e vedere oltre i fatti stessi che non solo costellano la
nostra vita, ma, a leggere un qualsiasi giornale, costellano la vita
di tanti altri esseri umani, nostri contemporanei? Chi può,
scoprirsi così visionario e così perseverante da continuare a
credere e di conseguenza ad agire, contro le evidenze stesse della
quotidianità, che si oppongono a un qualsiasi atto di ottimismo?</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Gesù,
in questo incipit del suo primo discorso di commiato, che prelude a
un momento della Sua storia e della storia dei discepoli, che si
sarebbe rivelata piena di dolore e di drammaticità, non chiede un
vago ottimismo in un futuro migliore (“</span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><i>sorridi,
domani è un altro giorno</i></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;">”)
o un pensiero utopistico: semplicemente, fonda Egli stesso la
possibilità della fede e dell'azione nel mondo, non in uno sforzo
umano (o sovra-umano), bensì nel Suo darsi, Lui Figlio di Dio, come
uomo e Dio agli uomini. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><i>Abbiate
fede in Dio, e abbiate fede anche in me</i></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;">”:
cioè, lì dove vi trovate, in questa condizione specifica, in questo
momento della storia dove voi non siete in controllo, dove potenze
più grandi sembrano scuotervi, dove persino Dio stesso sembra abbia
dimenticato il mondo e i suoi abitanti, voi alzate lo sguardo da voi
stessi, cercate non la soluzione del problema in un orizzonte
prospettico limitato, che guarda all’immediato e al circostante,
ma guardate all'orizzonte del Padre e al Mio orizzonte. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">A
proposito di prospettive, è interessante notare che linguisticamente
parlando, la parola speranza, in indonesiano, si esprime con un
termine che alla lettera significa: “</span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><i><b>guardare
attraverso l’orizzonte</b></i></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;">”.
Guardare attraverso l’orizzonte, significa appunto, avere
fede/fiducia in Dio e imparare a sperare nella Sua azione. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">I
moderni critici di ogni approccio che coinvolge la fede potrebbero,
in modo canzonatorio, dire: “</span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><i>la
solita soluzione fideistica, che guarda a un mondo futuro, a qualcosa
di utopico, a un sogno; insomma, la solita fuga dalla realtà</i></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;">”.
</span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">La
Parola di Dio, Gesù Cristo stesso, oppone a questa visione, la
realtà della sua presenza nel mondo e la realtà della presenza di
Dio nel mondo. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Guadare
attraverso l’orizzonte con Dio, significa comprendere perché
l’invito a non aver paura è una possibilità concreta, vera, anche
se certo non dimostrabile positivamente o scientificamente.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Qualche
battuta più in là, nel nostro testo, Gesù spiega alcuni aspetti
della Sua opera, dell’opera del Padre e dell’opera dello Spirito
Santo, che altro non sono che l’esplicitazione del perché i
discepoli possono prendere coraggio, possono vivere la speranza e
possono guardare avanti per cogliere oltre l’orizzonte degli
eventi, l’evento nuovo, la nuova creazione che inizia in Cristo e
si protende verso il mondo futuro di Dio.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Gesù
parla delle sue opere, le quali sono appunto segni, cioè indicatori
che testimoniano di un Dio all’azione nella storia: certo non per
sconvolgere o distruggere, per fare effetti speciali, ma piuttosto
per annunciare e mettere in moto un processo inesorabile che
coinvolge questo mondo e i suoi abitanti. Dalla profezia antica al
momento del pronunciamento di queste parole di Gesù, dalla
ascensione di Gesù al periodo della Sua attesa, così come anche
testimoniato dal libro che conclude il Nuovo Testamento, la voce di
Dio risuona nel suo annunciare: “</span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><i>Ecco
io faccio ogni cosa nuova</i></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;">”.
I miracoli/segni, le guarigioni, le parole di perdono a persone
emarginate o dalla vita rovinata, lo scacciare i demoni, le lotte
contro l’ambiente religioso del tempo (Farisei e Sadducei),
l’annuncio della grazia, il vedere persino negli uccelli del cielo
e nei gigli del campo la mano di Dio, sono l’annuncio </span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><b>della
presenza concreta di Dio</b></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;">
</span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><b>nella storia dell’uomo</b></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;">;
la proclamazione di un ribaltamento di valori sociali e culturali
imperanti nella società umana, che la mano misericordiosa di Dio
opera per stabilire i valori di un Regno in cui giustizia, pace,
perdono, misericordia, comunione sono le parole d’ordine.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><i><b>Il
Regno dei cieli è vicino</b></i></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;">”,
così si apre il Vangelo più antico: cioè, Gesù Cristo è qui, e
Dio è presente qui in Lui; i valori del Regno dei Cieli non si
compiranno un giorno, ma sono già all'opera e camminano verso il
loro compimento.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">L’opera
che Gesù stava per terminare e completare sulla croce, era il
culmine dell’atto di rivelazione di Dio attraverso cui Dio stesso
si sarebbe definitivamente manifestato come Colui che è a favore
dell’uomo, Colui che è presente, Colui che, usando il linguaggio
giuridico paolino e poi fatto proprio dai nostri Riformatori,
giustifica il peccatore, lo riconcilia a sé, lo trasforma, lo
rinnova, gli dona un nuovo inizio e la piena e gratuita comunione con
Lui. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Gesù
inoltre, parla ai discepoli (e a noi)</span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><b>
di una preghiera che Egli stesso rivolge al Padre</b></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;">,
affinché giunga un </span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><i><b>altro
Consolatore</b></i></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;">, cioè
un altro che sebbene differente per le modalità della sua presenza,
non fisica ma spirituale, sarà uno come Lui nella sua azione di
stare con i discepoli (e con noi), di proteggere i discepoli, di
intervenire a loro favore, di essere a loro fianco e al contempo di
annunciare la grazia e l’amore di Dio al mondo, con la stessa
efficacia di un vento che soffia dove vuole e con la stessa
impossibilità di disporre di questo vento, di fermarlo, gestirlo o
inscatolarlo in recinti religiosi, politici o semplicemente umani.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Infine
Gesù, continua a mostrare il fondamento di questa fiducia che
sconfigge la paura, aggiungendo un’ulteriore parola di speranza: </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><i>Ancora
un po’ e il mondo non mi vedrà più, ma voi mi vedrete, perché io
vivo e voi vivrete.</i></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"> </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">La
croce ci parla dell’amore di Dio, gratuito, libero e incondizionato
nei confronti dell’uomo, ma esso si completa nella risurrezione di
Cristo, dove a seguito di essa, nel periodo che segue all'Ascensione,
discende l' ulteriore dono dello Spirito Santo. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">E’
grazie allo Spirito Santo che Dio cammina ora con il suo popolo ed
agisce nel mondo; è grazie allo Spirito Santo che si realizza nel
credente quel mistero così pieno di luce e radioso che è la discesa
del Padre e del Figlio nel cuore dell’uomo, è grazie allo Spirito
Santo che si crea quel legame che nessuno può spezzare e che ci lega
a Dio, è grazie allo Spirito Santo che possiamo camminare nel mondo
e “vedere”, se non fisicamente, almeno con una vista che va oltre
l’orizzonte l’azione del Padre e del Figlio nel mondo, è grazie
allo Spirito Santo che siamo inseriti nella comunione con il Dio
Trinitario e, infine, è grazie alla sua azione che riceviamo quanto
promesso da Gesù stesso: vita - </span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><i>perché
io vivo e voi vivrete.</i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Ecco
dunque che la richiesta così paradossale per le nostri menti a una
prima analisi, ci viene chiarificata secondo queste direzione: </span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><b>l</b></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;">a
nostra fiducia in Dio non è un gesto di ottimismo</span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><b>
</b></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;">esercitato</span><span style="font-family: Times New Roman, serif;">
dalle nostre coscienze, ma una risposta a qualcosa già offertoci da
Dio stesso. La nostra fiducia e di conseguenza la nostra azione nel
mondo, si basano sul donarsi di Dio a noi in Cristo; sulla sua
promessa di fare ogni cosa nuova, annunciata agli uomini di fede
dell’antichità e portata avanti con determinazione nella storia
dell’uomo, fino ad arrivare all’evento culminante della morte e
risurrezione di Cristo; la nostra fiducia si basa sulla conseguenza
della preghiera di Cristo al Padre, ovvero la discesa dello Spirito
Santo; e, in ultima analisi, la nostra fiducia si basa sull’azione
corale e determinata del Dio che è Padre, Figlio e Spirito Santo nel
mondo e in noi. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Essa
è, da un punto di vista neotestamentario, la sola azione che ci
rende capaci di attraversare l’orizzonte degli eventi del nostro
mondo, con la forza della speranza, radicata in Dio e nella Sua
storia.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Così,
chi fa propria questa fiducia in Dio e in Cristo, vero antidoto alla
paura, non chiude gli occhi di fronte alle notizie tetre del mondo,
non si abbandona al ripiegamento su se stessi, o alla fuga, non fa
della proiezione verso un paradiso lontano la scusa religiosa per
nascondere la propria mancanza di fede, ma segue le orme di Cristo in
questo mondo: egli/ella cerca non solo di vivere nel qui e ora
l’osservanza del comandamento d’amore di Cristo (cfr. Giov.
14,15) ma si libera del peso di vivere per se stesso, diventa un
piccolo granello di frumento che cade nel suolo, e, insieme ai suoi
fratelli e sorelle, che formano la chiesa universale di Cristo, nel
coraggio della fiducia in Dio, contraddice la realtà, con atti di
speranza, seminando e cercando di far vedere anche agli altri, quello
che lui/lei vede oltre l’orizzonte: la presenza del luminoso futuro
di Dio, il sogno di Dio per l’uomo, per cui Egli ha dato tutto,
fino a dare Suo Figlio Gesù Cristo per noi.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
Jonathan Simone Benattihttp://www.blogger.com/profile/08967034071168168067noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7417823216004589781.post-42999298421385345092013-04-12T06:22:00.000-07:002013-04-12T07:10:50.383-07:00Paper presentanto alla SST Conference, 8 -10 Aprile 2013 - Nottingham <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiou7ATpNH7CS6kSkJmBgIjXdoU6x6k6B2Ji_jp_w1YUASiZJNHCjYdzbzRrzYfcLLpAuDC-abIncp65KRrj5l2mf-O0pKXpC9mFnr7TKbc_BHovpK4A1O4Yyt60YhEJ5tiDvJz9khoxMQ/s1600/IMG_2108.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="277" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiou7ATpNH7CS6kSkJmBgIjXdoU6x6k6B2Ji_jp_w1YUASiZJNHCjYdzbzRrzYfcLLpAuDC-abIncp65KRrj5l2mf-O0pKXpC9mFnr7TKbc_BHovpK4A1O4Yyt60YhEJ5tiDvJz9khoxMQ/s320/IMG_2108.JPG" width="320" /></a></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">
<i>
<!--[if !mso]>
<style>
v\:* {behavior:url(#default#VML);}
o\:* {behavior:url(#default#VML);}
w\:* {behavior:url(#default#VML);}
.shape {behavior:url(#default#VML);}
</style>
<![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml>
<o:OfficeDocumentSettings>
<o:AllowPNG/>
</o:OfficeDocumentSettings>
</xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml>
<w:WordDocument>
<w:Zoom>0</w:Zoom>
<w:TrackMoves>false</w:TrackMoves>
<w:TrackFormatting/>
<w:HyphenationZone>14</w:HyphenationZone>
<w:PunctuationKerning/>
<w:DrawingGridHorizontalSpacing>18 pt</w:DrawingGridHorizontalSpacing>
<w:DrawingGridVerticalSpacing>18 pt</w:DrawingGridVerticalSpacing>
<w:DisplayHorizontalDrawingGridEvery>0</w:DisplayHorizontalDrawingGridEvery>
<w:DisplayVerticalDrawingGridEvery>0</w:DisplayVerticalDrawingGridEvery>
<w:ValidateAgainstSchemas/>
<w:SaveIfXMLInvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid>
<w:IgnoreMixedContent>false</w:IgnoreMixedContent>
<w:AlwaysShowPlaceholderText>false</w:AlwaysShowPlaceholderText>
<w:Compatibility>
<w:BreakWrappedTables/>
<w:DontGrowAutofit/>
<w:DontAutofitConstrainedTables/>
<w:DontVertAlignInTxbx/>
</w:Compatibility>
</w:WordDocument>
</xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml>
<w:LatentStyles DefLockedState="false" LatentStyleCount="276">
</w:LatentStyles>
</xml><![endif]-->
<!--[if gte mso 10]>
<style>
/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:"Tabella normale";
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-parent:"";
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:"Times New Roman";
mso-ascii-font-family:Cambria;
mso-hansi-font-family:Cambria;}
</style>
<![endif]-->
<!--StartFragment-->
</i></div>
<i></i><br />
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: -webkit-auto;">
<i><span class="Apple-style-span" style="line-height: 16px;"><br /></span></i></div>
</div>
<i>
</i><i></i>
<h2 style="display: inline !important;">
<span style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: small; mso-bidi-font-size: 12.0pt;">Teologia e Rivelazione:
Barth, Subilia e la costituzione dogmatica conciliare Dei Verbum</span></span></span></h2>
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: right;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="mso-bidi-font-weight: normal;"><o:p> </o:p></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: small; line-height: normal;"><span style="mso-bidi-font-style: normal;">Alla mia famiglia che
sempre</span></span></span></div>
<!--[if gte mso 9]><xml>
<o:OfficeDocumentSettings>
<o:AllowPNG/>
</o:OfficeDocumentSettings>
</xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml>
<w:WordDocument>
<w:Zoom>0</w:Zoom>
<w:TrackMoves>false</w:TrackMoves>
<w:TrackFormatting/>
<w:HyphenationZone>14</w:HyphenationZone>
<w:PunctuationKerning/>
<w:DrawingGridHorizontalSpacing>18 pt</w:DrawingGridHorizontalSpacing>
<w:DrawingGridVerticalSpacing>18 pt</w:DrawingGridVerticalSpacing>
<w:DisplayHorizontalDrawingGridEvery>0</w:DisplayHorizontalDrawingGridEvery>
<w:DisplayVerticalDrawingGridEvery>0</w:DisplayVerticalDrawingGridEvery>
<w:ValidateAgainstSchemas/>
<w:SaveIfXMLInvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid>
<w:IgnoreMixedContent>false</w:IgnoreMixedContent>
<w:AlwaysShowPlaceholderText>false</w:AlwaysShowPlaceholderText>
<w:Compatibility>
<w:BreakWrappedTables/>
<w:DontGrowAutofit/>
<w:DontAutofitConstrainedTables/>
<w:DontVertAlignInTxbx/>
</w:Compatibility>
</w:WordDocument>
</xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml>
<w:LatentStyles DefLockedState="false" LatentStyleCount="276">
</w:LatentStyles>
</xml><![endif]-->
<!--[if gte mso 10]>
<style>
/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:"Tabella normale";
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-parent:"";
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:"Times New Roman";
mso-ascii-font-family:Cambria;
mso-hansi-font-family:Cambria;}
</style>
<![endif]-->
<!--StartFragment-->
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<span style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Mi sostiene e accompagna<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<span style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">E mi è stata testimone
della rivelazione<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<span style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Di Dio, di cui oggi posso
parlare.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<span style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Alla memoria di mio nonno
Felice<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<span style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">E della mia bisnonna
Margherita:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<span style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">i primi della nostra
famiglia <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<span style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">a essere stati catturati da
quella Rivelazione.<o:p></o:p></span></span></div>
<!--EndFragment-->
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: right;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; line-height: 16px;"><br /></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; margin-left: 54pt; text-align: justify; text-indent: -36pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><span style="mso-list: Ignore;">I.<span style="font-variant: normal; line-height: normal;">
</span></span></span></span><!--[endif]--><span style="mso-bidi-font-weight: normal;">Dove si presenta il tema<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; margin-left: 54pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Il
presente saggio ha il compito di illustrare come il concetto teologico di
Rivelazione presentato nella Costituzione dogmatica <span style="mso-bidi-font-style: normal;">Dei Verbum</span> del Concilio Vaticano II, sia stato oggetto di
un’attenta critica da parte di alcuni teologi del mondo protestante.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Invece
di offrire una panoramica generale dell’atteggiamento di tali teologi nei
confronti della Costituzione <span style="mso-bidi-font-style: normal;">Dei Verbum</span>
(da ora DV), la presente trattazione si concentrerà solamente sulle valutazioni
proposte da Karl Barth - facendo riferimento a due brevi opere dedicate
all’analisi del fenomeno conciliare (<span style="mso-bidi-font-style: normal;">Domande
a Roma</span> e <span style="mso-bidi-font-style: normal;">Conciliorum Tridentini et
Vaticani I Inhaerens vestigiis?</span>)<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftn1" name="_ftnref" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[1]<!--[endif]--></span></span></a>
- e sulle valutazioni proposte dal teologo italiano, di formazione barthiana,
Vittorio Subilia - facendo riferimento al capitolo dedicato alla DV, nella sua
opera <span style="mso-bidi-font-style: normal;">La nuova cattolicità del
Cattolicesimo – Una valutazione protestante del Concilio Vaticano II<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftn2" name="_ftnref" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[2]<!--[endif]--></span></span></a>
</span>- .<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; margin-left: 54pt; text-indent: -36pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><span style="mso-list: Ignore;">II.<span style="font-variant: normal; line-height: normal;">
</span></span></span></span><!--[endif]--><span style="mso-bidi-font-weight: normal;">Dove si illustra la situazione del
Cattolicesimo pre-conciliare, le svolte conciliari e alcune conseguenze
significative in epoca post-conciliare<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">In
epoca pre-conciliare, due erano le correnti teologiche all’interno della
Cattoliceismo che convivevano, non senza tensioni, all’interno della Chiesa: la
scuola <span style="mso-bidi-font-style: normal;">neo-tomista</span> o <span style="mso-bidi-font-style: normal;">neo-scolatisca</span>, e la <span style="mso-bidi-font-style: normal;">scuola riformista</span>, chiamata, in tono
ironicamente polemico, <span style="mso-bidi-font-style: normal;">nouvelle theologie</span><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftn3" name="_ftnref" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[3]<!--[endif]--></span></span></a>.
<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">La<u>
<span style="mso-bidi-font-style: normal;">teologia neo-scolastica</span></u> trova le
sue origini intorno alla metà del XIX. Essa è una reazione alle provocazioni
anti-metafisiche della filosofia kantiana, prima, e dell’assolutismo idealista,
di matrice hegeliana, successivo. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Come
risposta a tali minacce, che nel Protestantesimo sono invece accolte in forma
dialogica e assimilate nell’impianto teologico che darà poi origine al
movimento della <span style="mso-bidi-font-style: normal;">teologia liberale</span>, il
Cattolicesimo oppone un ritorno alla filosofia e alla teologia di stampo
tomista. Proprio questo tipo di approccio, diventerà, grazie all’enciclica
pontificia <span style="mso-bidi-font-style: normal;">Aeterni Patris</span> di Leone
XIII (1789) <span style="mso-bidi-font-style: normal;">la</span> teologia ufficiale
della Chiesa: in sostanza, il riconoscimento pontificio del ruolo svolto nel
Concilio Vaticano I da parte del <span style="mso-bidi-font-style: normal;">revival
tomista,</span> come strumento per riaffermare l’egemonia della Chiesa e, al
contempo, per combattere le istanze moderniste da cui la Chiesa si sentiva
minacciata<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftn4" name="_ftnref" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[4]<!--[endif]--></span></span></a>.
Il metodo di tale scuola teologica aveva il suo nucleo nel deduttivismo,
nell’impiego delle categorie della teologia naturale e nella assoluta
dipendenza della teologia dal magistero ecclesiastico. Pertanto, come naturale
conseguenza, nel campo della Rivelazione, la Bibbia aveva funzione di
confermare il dogma, di cui la Chiesa è annunciatrice e custode (La Bibba si riduce
così a una collezione di <span style="mso-bidi-font-style: normal;">scripta probandi</span>).
<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">La
figura del domenicano Marie-Dominique Chenu<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftn5" name="_ftnref" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[5]<!--[endif]--></span></span></a>,
funge da precursore e da perno di rotazione<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftn6" name="_ftnref" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[6]<!--[endif]--></span></span></a>,
attorno<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>al quale, gli studiosi del
gruppo di gesuiti della facoltà teologica di Lione-Fourvierè cercheranno di
invertire la rotta dello <span style="mso-bidi-font-style: normal;">status quo</span>
teologico. Il rinnovato interesse suscitato dai pungenti studi del domenicano
sulle fonti della teologia cattolica scolastica, rilette in dialogo con la
cultura in cui sorsero (<span style="mso-bidi-font-style: normal;">teologia storica</span>),
e il senso della dogmatica non come disciplina deduttiva e sillogistica, ma
come fede <span style="mso-bidi-font-style: normal;">in statu scientiae</span>, sono
ripresi dagli esponenti della <span style="mso-bidi-font-style: normal;"><u>nouvelle
theologie</u></span>: Jean Danielou, Henri de Lubac, Henri Bouillard, Hans Urs von
Balthasar e altri ancora<span style="mso-bidi-font-style: normal;"> </span>Essi
sviluppano un metodo teologico che si rivelerà essere il vero antagonista dei
principi su cui il neo-tomismo si fondava. E’ convinzione di questi autori che
gli studi teologici e storici, come già evidenziato, non si debbano fermare al
solo periodo della Scolastica; essi, invece, devono osare un ritorno alle fonti
patristiche e al testo biblico. Inoltre, la teologia stessa necessita di un
metodo che sia in relazione dialogica con l’ambiente storico, sociale e
culturale, in cui la stessa scienza biblica si muove (<span style="mso-bidi-font-style: normal;">metodo della correlazione</span>). La teologia che fa suo tale metodo,
sarà in ascolto dell’attualità e, proprio a partire dalle domande dell’uomo
contemporaneo, cercherà di dare risposte che si muovano nell’orizzonte della
fede<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftn7" name="_ftnref" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[7]<!--[endif]--></span></span></a>.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">L’enciclica
<span style="mso-bidi-font-style: normal;">Humani generis</span> del 1950, dell’allora Papa
Pio XII, darà ragione alla corrente conservatrice, cercando per altro di
ridurre al silenzio molti dei teologi appartenenti all’area della <span style="mso-bidi-font-style: normal;">nouvelle theologie</span>, i quali, soltanto
dopo il Concilio Vaticano II saranno completamente riabilitati. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Il
Concilio Vaticano II, rappresenterà, non solo all’interno dell’area Cattolica,
un vento di novità, seguendo il solco tracciato dal discorso inaugurale di papa
Giovanni XXIII, <span style="mso-bidi-font-style: normal;">Gaudet Mater Ecclesia</span>.
In questa sede non si può riassumere il dibattito conciliare in tutta la sua
ampiezza. Basterà ricorda alcune della svolte più indicative, tra cui si
menzionano le seguenti: <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="font-family: Symbol; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;"><span style="mso-list: Ignore;">·<span style="font-variant: normal; line-height: normal;">
</span></span></span><!--[endif]-->Il
rinnovamento della pratica liturgica della <span style="mso-bidi-font-style: normal;">messa</span>,
la quale è celebrata nel linguaggio corrente e nella quale trova più spazio
l’omelia.<span style="mso-bidi-font-weight: normal;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="font-family: Symbol; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;"><span style="mso-list: Ignore;">·<span style="font-variant: normal; line-height: normal;">
</span></span></span><!--[endif]-->Una visione
della chiesa meno gerarchizzata dove il concetto di <span style="mso-bidi-font-style: normal;">popolo di Dio </span>abbia la predominanza e dove la divisione tra clero e
laicato sia moderatamente ridotta (almeno dall’idea di un clero a servizio del
popolo).<span style="mso-bidi-font-weight: normal;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="font-family: Symbol; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;"><span style="mso-list: Ignore;">·<span style="font-variant: normal; line-height: normal;">
</span></span></span><!--[endif]-->L’apertura
ad altre confessioni e chiese Cristiane che segna, nella fase immediatamente
successiva al Concilio, una stagione di grande ottimismo ecumenico.<span style="mso-bidi-font-weight: normal;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="font-family: Symbol; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;"><span style="mso-list: Ignore;">·<span style="font-variant: normal; line-height: normal;">
</span></span></span><!--[endif]-->La
volontà di rendere la Chiesa partecipe nel mondo e non più separata dal mondo o
sopra il mondo a lei contemporaneo.<span style="mso-bidi-font-weight: normal;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Un
discorso a parte merita l’impulso dato dalla Costituzione DV alle scienze
bibliche e teologiche.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Tra gli
aspetti certamente positivi bisogna rilevare:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; margin-left: 39pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="font-family: Symbol; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;"><span style="mso-list: Ignore;">·<span style="font-variant: normal; line-height: normal;">
</span></span></span><!--[endif]-->il
superamento del sospetto e della condanna delle scienze esegetiche e del metodo
storico-critico, visti invece come strumenti utili per una lettura informata e
corretta del testo;<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; margin-left: 39pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="font-family: Symbol; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;"><span style="mso-list: Ignore;">·<span style="font-variant: normal; line-height: normal;">
</span></span></span><!--[endif]-->l’apertura
al dialogo con teologi ed esegeti protestanti, che ora condividono con i
colleghi cattolici un simile metodo operativo;<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; margin-left: 39pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="font-family: Symbol; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;"><span style="mso-list: Ignore;">·<span style="font-variant: normal; line-height: normal;">
</span></span></span><!--[endif]-->la
diffusione della Bibbia presso i laici e la sua traduzione nelle lingue
correnti;<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; margin-left: 39pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="font-family: Symbol; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;"><span style="mso-list: Ignore;">·<span style="font-variant: normal; line-height: normal;">
</span></span></span><!--[endif]-->il
ritorno al testo biblico stesso, come evidenziato anche nel testo della
Costituzione DV, che segna in un qualche modo il superamento della metodologia deduttiva
su cui poggiava il Concilio Vaticano I, influenzato com’era dal neo-scolasticismo.
<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Sono
conseguenze dirette di questo entusiasmo conciliare e post-conciliare, la
nascita di molte società teologiche cattoliche in Italia (ATI, 1967<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftn8" name="_ftnref" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[8]<!--[endif]--></span></span></a>;AIPSC,
1967<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftn9" name="_ftnref" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[9]<!--[endif]--></span></span></a>;AsCaI,
1969<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftn10" name="_ftnref" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[10]<!--[endif]--></span></span></a>;
ApL, 1972<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftn11" name="_ftnref" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[11]<!--[endif]--></span></span></a>;
etc)<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftn12" name="_ftnref" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[12]<!--[endif]--></span></span></a>;la
fondazione di case editrici, come la <span style="mso-bidi-font-style: normal;">Queriniana</span>
o la <span style="mso-bidi-font-style: normal;">Paideia</span>, che diffondono accanto
ai testi di teologi ed esegeti cattolici, i testi e le opere di teologi ed
esegeti protestanti; lo sviluppo di riviste specialistiche, di alto livello
contenutistico, ma con scopo divulgativo, come <span style="mso-bidi-font-style: normal;">Concilium</span>; infine, la possibilità per i laici di accedere a
cattedre nei seminari, nelle facoltà e negli istituti religiosi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">D’altro
canto, questo luccichio, non dovrebbe indurre il lettore a un ottimismo
smisurato e a-critico. Infatti, dietro alla passionalità dei dibattiti svoltisi
in ambito conciliare, si celava anche un’esplicita volontà di
autoconservazione: la necessità di salvaguardare e presevare il deposito della
tradizione millenaria della Chiesa Cattolica. Proprio per questa ragione, un
anziano, ma sempre vivace Karl Barth in Svizzera, e contemporanemanete a lui,
quell’acuto osservatore che fu Vittorio Subilia in Italia, sottoporranno le
varie Costituzione del Vaticano II a un’ attenta analisi e critica. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; margin-left: 54pt; text-align: justify; text-indent: -36pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><span style="mso-list: Ignore;">III.<span style="font-variant: normal; line-height: normal;">
</span></span></span></span><!--[endif]--><span style="mso-bidi-font-weight: normal;">Dove si parla dell’analisi
irenico-critica della DV proposta da Karl Barth <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">La
fonte biografica principale sulla vita e sull’attività teologica barthiana,
Eberhard Busch,<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftn13" name="_ftnref" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[13]<!--[endif]--></span></span></a> ci informa,
in merito al Concilio Vaticano II, di come <span style="mso-bidi-font-style: normal;">l’anziano
teologo di Basilea si rallegrava di questa primavera e la seguiva con trepidazione<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftn14" name="_ftnref" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[14]<!--[endif]--></span></span></a></span>.
Barth potè giungere a Roma soltanto a lavori conclusi, nel settembre del 1966,
a causa di una lunga e debilitante malattia che lo aveva costretto a un
ricovero opsedaliero e a un periodo di riabilitazione. Nonostante la visita <span style="mso-bidi-font-style: normal;">post festam</span>, si preparò a questa con
grande precisione, avendo per altro già studiato alacremente, man mano che
venivano prodotti, i vari testi conciliari. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">L’atteggiamento
barthiano è ben espresso dall’espressione “<span style="mso-bidi-font-style: normal;">considerazioni
irenico-critiche</span>” che apre il testo sulla DV dal titolo <span style="mso-bidi-font-style: normal;">Conciliorum Tridentini et Vaticani I
Inhaerens vestigiis. </span>Sia in questo testo, che nelle sue <span style="mso-bidi-font-style: normal;">Domande a Roma</span>, traspare una netta
volontà di dialogare con il Cattolicesimo, prendendo seriamente in analisi le
affermazioni quivi enunciate, studiandole nel contesto della storia della
Chiesa Cattolica e valutando le prospettive in una chiave di movimento verso il
futuro da parte della Chiesa Cattolica stessa. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">La
posizione barthiana può essere riassunta nei seguenti punti:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; margin-left: 126pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="font-family: Symbol; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;"><span style="mso-list: Ignore;">·<span style="font-variant: normal; line-height: normal;">
</span></span></span><!--[endif]-->Il
Concilio <span style="mso-bidi-font-style: normal;">non ricalca semplicemente le
tracce dei concili del XVI e del XIX secolo, per rimanere fermo nella dottrina
che essi hanno formulata […] piuttosto, tenendo il piede sinistro in quelle
orme, avanza con il piede destro nella direzione da essi indicata; proviene da
quelli, ma procede<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftn15" name="_ftnref" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[15]<!--[endif]--></span></span></a></span>. Barth
rileva, con sorpresa ed entusiasmo, la presenza di una tensione biblica nella
costituzione, la quale non si manifesta soltanto nell’utilizzo di molte
citazioni tratte dalle Scritture, ma anche nella volontà di <span style="mso-bidi-font-style: normal;">ascolto</span> espressa dal proemio della
costituzione.<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftn16" name="_ftnref" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[16]<!--[endif]--></span></span></a> In ciò
Barth scorge la differenza fondamentale tra i concili precedenti, in
particolare il Vaticano I, e il Vaticano II: il primo, succube degli schemi
della teologia naturale, esordiva con questioni filosofiche circa la
possibilità di conoscere Dio a partire dalla conoscenza naturale e dalla
ragione umana; il secondo invece fonda le sue affermazioni sul concetto di <span style="mso-bidi-font-style: normal;">libera Rivelazione</span> di Dio (per altro,
ciò spingerà il teologo svizzero a porre la domanda di chiarimento sulla
assenza di un capitolo <span style="mso-bidi-font-style: normal;">De Deo </span>nella
DV), che poi si esplicita nella storia della salvezza (DV, cap. IV e V). <span style="mso-bidi-font-weight: normal;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; margin-left: 126pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="font-family: Symbol; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;"><span style="mso-list: Ignore;">·<span style="font-variant: normal; line-height: normal;">
</span></span></span><!--[endif]-->Il
Concilio, secondo Barth, ha un <span style="mso-bidi-font-style: normal;">cedimento</span>
nel capitolo II della costituzione. Qui il testo, avendo come retroterra il
sistema a due fonti del concilio di Trento (Scrittura e Tradizione) e il
sistema a quattro fonti del Vaticano I (Scrittura, Tradizione, Ragione/natura e
Magistero ecclesiastico), propone uno schema che invece di andare oltre,
ricalca quanto affermato in passato. Infatti, il concetto di Rivelazione come
atto fondante della fede e della vita della stessa Chiesa, oltre che del
singolo credente, viene completato Tradizione e Magistero, formando così una
triade inseparabile. Barth è disposto a concedere che la Tradizione sia
importante, e anzi, esistente anche nel mondo protestante (tanto che <span style="mso-bidi-font-style: normal;">Sola Scriptura</span> non significa una
Scrittura solitaria, bensì una Scrittura nell’ambiente ecclesiale), ma non
dovrebbe né essere anteposta alla Scrittura né essere frapposta, come strumento
di mediazione, tra Dio e l’uomo. Inoltre risulta problematico, in quest’
ottica, l’affiancamento del Magistero alla Tradizione quale interpete autentico
della Rivelazione. Barth si chiede: <span style="mso-bidi-font-style: normal;">Con
che diritto la chiesa cattolica, il cristiano cattolico, con questo cap. II, si
lascia di nuovo imporre l’osservanza, diciamo così, dell’evangelista Matteo e
di Tommaso da Kempis o di Ignazio di Loyola quali interpreti degli evangelisti?
Con che diritto del resto, la chiesa evangelica, il cristiano evangelico,
considererebbero con il medesimo rispetto l’apostolo Paolo e Lutero o Calvino,
forse anche Zinzendorf o Blumhardt?[…] Il fatto che questa distinzione
fondamentale non solo non sia prescritta, ma anzi sia, in riferimento al
Tridentino, addirittura vietata, ecco il punto tristemente dolente di questo
capitolo.<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftn17" name="_ftnref" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[17]<!--[endif]--></span></span></a></span>
Questo secondo capitolo, viene pertanto definito oscuro, e soltanto la forza
liberatoria dei restanti capitoli, dopo gli scoppiettii del primo,
controbilanciano queste affermazioni programmatiche. Del resto Barth<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>era estremamente consapevole che tale
capitolo abbia costituito il prezzo da pagare, al fine di raggiungere
l’approvazione unanime dei padri conciliari. <span style="mso-bidi-font-weight: normal;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">In
complesso, il teologo svizzero, trae dal testo della DV una speranza per il
futuro e la dimensione di un movimento che vede essere proiettato in avanti,
tanto da definire questo concilio come un concilio di <span style="mso-bidi-font-style: normal;">riforma </span>per la Chiesa Cattolica. Non senza una qualche sottile
ironia teologica però, egli si chiede, concludendo lo scritto sulla DV: <span style="mso-bidi-font-style: normal;">Che accadrebbe se il concilio del XXI secolo
[…] si muovesse seguendo le orme del secondo Concilio di Orange?<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftn18" name="_ftnref" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[18]<!--[endif]--></span></span></a></span><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; margin-left: 54pt; text-align: justify; text-indent: -36pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><span style="mso-list: Ignore;">IV.<span style="font-variant: normal; line-height: normal;">
</span></span></span></span><!--[endif]--><span style="mso-bidi-font-weight: normal;">Dove si parla dell’analisi della DV
proposta da Vittorio Subilia.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Vittorio
Subilia, professore di teologia sistematica presso la Facoltà Valdese di
Teologia di Roma, è stato uno dei più attenti e precisi studiosi del
Cattolicesimo, oltre che teologo acuto e, secondo la testimonianza di un suo
alunno, “<span style="mso-bidi-font-style: normal;">verbi divini minister fino alla
fine: animato da una passione per Dio e la sua parola che non annulla tutto il
resto, ma lo illumina e lo informa</span>”.<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftn19" name="_ftnref" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[19]<!--[endif]--></span></span></span></a>
La sua impostazione, d’impronta barthiana, e la sua serietà di studioso l’hanno
condotto a una valutazione severa della DV. Fortemente ancorato, nel suo
pensiero teologico, alla categoria della Rivelazione di Dio come evento fondante
il rapporto tra Dio e uomo, così come anche enunciato in modo magistrale nel
primo volume della <span style="mso-bidi-font-style: normal;">Kirchliche Dogmatik</span>,
Subilia utilizza proprio gli strumenti barthiani per valutare e saggiare le
affermazioni conciliari su Scrittura, Tradizione e Magistero. In controtendenza
rispetto a molti dei suoi contemporanei, tra cui il suo collega presso la
Facoltà Valdese, Valdo Vinay, il teologo aostano ha visto nel Concilio Vaticano
II l’ennesima dimostrazione storica della teologia del <span style="mso-bidi-font-style: normal;">sic et non </span>(in opposizione alla teologia dell’<span style="mso-bidi-font-style: normal;">aut-aut</span> protestante) e del <span style="mso-bidi-font-style: normal;">totus</span>
(in opposizione ai <span style="mso-bidi-font-style: normal;">sola</span> della Riforma
Protestante) cattolici, oltre che la capacità metamorfica della Chiesa di far
coesistere in sé, elementi discordanti e diversi. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">L’analisi
di Subilia, cui è dedicato un lungo e intenso capitolo di <span style="mso-bidi-font-style: normal;">La nuova cattolicità del Cattolicesimo – Una valutazione protestante
del Concilio Vaticano II</span>, si può riassumere nei seguenti punti:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="font-family: Symbol; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;"><span style="mso-list: Ignore;">·<span style="font-variant: normal; line-height: normal;">
</span></span></span><!--[endif]-->La
costituzione DV è vista, proprio in base ai suoi contenuti, in una prospettiva
di subordinazione alla <span style="mso-bidi-font-style: normal;">Lumen Gentium</span>.
Proprio lo studio critico della DV, fungerà da perorazione e dimostrazione di
questa tesi iniziale. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="font-family: Symbol; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;"><span style="mso-list: Ignore;">·<span style="font-variant: normal; line-height: normal;">
</span></span></span><!--[endif]-->Il
Capitolo II viene considerato dal teologo, il capitolo decisivo. In esso si
assiste a un’oggettivazione della Rivelazione, nel passaggio da <span style="mso-bidi-font-style: normal;">Colui che si rivela</span> e a cui l’uomo
presta “<span style="mso-bidi-font-style: normal;">religioso ascolto</span>”, alle <span style="mso-bidi-font-style: normal;">cose che Egli ha rivelato</span>. Tale
fenomeno, non è soltanto un gioco semantico, ma nasconde per Subilia,
l’avvenuta <span style="mso-bidi-font-style: normal;">mutazione del contenuto della
rivelazione stessa, per cui, usando ancora gli stessi termini, si parla di cose
assolutamente diverse e questo comporta naturalmente la trasformazione di fondo
del rapporto con la rivelazione<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftn20" name="_ftnref" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[20]<!--[endif]--></span></span></a></span>.
In particolare, <span style="mso-bidi-font-style: normal;">le cose che Dio ha
rivelato</span> diventano un deposito da custodire e introducono la necessità
della figura del custode, o dei custodi, del deposito. In questo senso si
gettano le premesse per il ruolo del Magistero Cattolico come interprete e
custode esclusivo della Scrittura. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="font-family: Symbol; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;"><span style="mso-list: Ignore;">·<span style="font-variant: normal; line-height: normal;">
</span></span></span><!--[endif]-->L’oggettivazione
della rivelazione nelle <span style="mso-bidi-font-style: normal;">cose che Dio ha
rivelato</span> è gravida di conseguenze per Subilia. La <span style="mso-bidi-font-weight: normal;">prima conseguenza</span> si deve trovare nel restringimento della
rivelazione stessa: il problema del rapporto tra l’Antico e il Nuovo Testamento
è risolto a favore del Nuovo Testamento: pertanto l’Antico Testamento verrebbe
a trovarsi in una situazione di inferiorità teologica e kerygmatica rispetto al
Nuovo. Gli scritti veterotestamentari sarebbero degni di devozione ma pur
sempre a carattere provvisorio, attendendo di trovare un loro completamente
definitivo nel Nuovo Testamento e nella Chiesa: <span style="mso-bidi-font-style: normal;">In fondo ci si potrebbe spingere a dire che il disaccordo
cattolico-protestante ha una della sue radiciin questa diversità di valutazione
dell’Antico Testamento, come norma profetica di valore attuale oppure come parola
vera e valida un tempo, ma ormai sorpassata per i cristiani, che hanno, non
attendono</span>.<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftn21" name="_ftnref" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[21]<!--[endif]--></span></span></a> La <span style="mso-bidi-font-weight: normal;">seconda conseguenza</span> consiste nella
sacralizzazione della Scrittura. Essa, seguendo quanto già annunciato in due
encliche quali la <span style="mso-bidi-font-style: normal;">Provvidentissimus Deus </span>(1893)
e la <span style="mso-bidi-font-style: normal;">Divino afflante Spiritu </span>(1943),
possederebbe gli attributi della inerranza e dell’ispirazione totale. Ciò,
seguendo la teologia Cattolica soggiacente a questa proposizione teologica,
sarebbe il risultato del prolungamento del mistero dell’incarnazione di Cristo,
mistero che in una delle forme primordiali si prolunga nella Scrittura
(cosicchè con una sorta di <span style="mso-bidi-font-style: normal;">comunicatio
idiomatum</span>, si ascrivono agli scritti biblici gli attributi divini), ma che
trova il suo compimento definitivo nella pienenezza della Chiesa. In questo
senso, attraverso una transutanziazione dello strumento della rivelazione (la
Scrittura), che passa dalla sfera dell’umano a quella del divino, si
spiegherebbe anche l’esistenza del dogma mariano o della teologia eucaristica,<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftn22" name="_ftnref" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[22]<!--[endif]--></span></span></a>
che altro non sono che l’esatta controparte della sacralizzazione delle
Scritture. Conclude Subilia che anche le scienze bibliche, tra cui l’esegesi e
la teologia dogmatica, perdono la loro funzione critica all’interno della
Chiesa: <span style="mso-bidi-font-style: normal;">L’esegesi è e rimane al servizio
di quella inerrantia Scripturae che è in stretta connessione con la inerrantia
Ecclesiae ed ha il compito di mostrarla e giustificarla.<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftn23" name="_ftnref" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[23]<!--[endif]--></span></span></a>
</span><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="font-family: Symbol; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;"><span style="mso-list: Ignore;">·<span style="font-variant: normal; line-height: normal;">
</span></span></span><!--[endif]-->Sebbene
siano preservate, in senso sacramentale, l’ispirazione e l’inerranza delle
Scritture, ciò a cui giunge il Concilio, nell’affiancare alla rivelazione
scritta, la Tradizione e il Magistero ecclesiastico, è la negazione della <span style="mso-bidi-font-style: normal;">sufficienza</span> delle Scritture. I paragrafi
VII e VIII della DV a questo proposito risultano essere, per il teologo
aostano, sintomatici. Nel momento in cui si utilizzano gli strumenti della
ricerca critico-esegetica (critica delle forme e storia della tradizione in
primis) per delegittimare il canone neotestamentario, adducendo come
motivazione che <span style="mso-bidi-font-style: normal;">la predicazione
apostolica, che è espressa in modo speciale nei libri ispirati, doveva esser
conservata con successione continua fino alla fine dei tempi,<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftn24" name="_ftnref" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[24]<!--[endif]--></span></span></a></span>
si giunge a potenziare e legittimare l’autorità episcopale <span style="mso-bidi-font-style: normal;">sulla</span> Scrittura e, di rimando, l’autorità del Magistero <span style="mso-bidi-font-style: normal;">su</span> di essa. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; margin-left: 36pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Il paragrafo VIII della costituzione
conciliare, contiene, nel giudizio di Subilia, un’altra espressione
problematica: <span style="mso-bidi-font-style: normal;">Questa tradizione di
origine apostolica progredisce nella Chiesa con l’assistenza dello Spirito
Santo; cresce infatti la comprensione tanto delle cose quanto delle parole
trasmesse […] La Chiesa nel corso dei secoli, tende incessantemente alla
pienezza della verità divina, finchè in essa vengano a compimento le parole di
Dio</span>. Le affermazioni utilizzate rivelano l’aderenza a una teologia della
integrazione e della esplicitazione dogmatica che dissodano il terreno al terzo
elemento, il quale si inserisce a fianco di Scrittura e Tradizione e che ne rappresenza
la sintesi logica: la Chiesa (o il Magistero). La Chiesa illumina e completa
sia la Rivelazione sia la Tradizione, là dove esse sono parziali o non chiare.
Si capovolgono così i rapporti che intercorrono tra Tradizione, Magistero e
Scrittura: non è più la Scrittura che giudica Magistero e Tradizione, ma è il
Magistero, attraverso la sua autorità intrinseca e attraverso il deposito della
Tradizione, che si erge sulla Scrittura, come completamento e perzionamento
dell’evento della rivelazione. In ciò si dimostra vera la tesi iniziale, per
cui la costituzione DV è, in realtà, assoggetta alla Costituzione <span style="mso-bidi-font-style: normal;">Lumen Gentium</span>. Ai cinque cardini della
Riforma protestante, espressi attraverso i cinque <span style="mso-bidi-font-style: normal;">sola</span>, dove è l’evento fondativo della rivelazione di Dio in Cristo
che ha come conseguenza il Sola Scrittura, si sostituisce il <span style="mso-bidi-font-style: normal;">Soli vivo Ecclesiae Magistero</span> (DV, par.
X).<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; margin-left: 36pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; margin-left: 18pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">In conclusione, la costituzione pone un
quesito ancor più scottante concernente la comprensione del Cattolicesimo e, in
generale, della Chiesa e della natura stessa dell’annuncio cristiano. Senza
mezzi termini, ricordando per altro la ruvida franchezza barthiana, viene posta
la seguente domanda: <span style="mso-bidi-font-style: normal;">Si tratta di
stabilire in fondo con esatta concretezza qual è il contenuto dell’Evangelo:
Cristo o la Chiesa?<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftn25" name="_ftnref" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[25]<!--[endif]--></span></span></a>. </span>Si
tratta di scegliere tra una <span style="mso-bidi-font-weight: normal;">teologia
dell’incarnazione</span>, che giustifica l’apporre alla Chiesa gli attributi
dell’umanità di Cristo (e che vincola la libertà dell’iniziativa divina alla
mediazione della Chiesa), e una <span style="mso-bidi-font-weight: normal;">teologia
dell’ascensione</span>, dove <span style="mso-bidi-font-style: normal;">la presenza
attuale del Signore è quindi extra nos e può concretarsi pro nobis soltanto
nella testimonianza che di Lui rendono le Scritture, che lo Spirito, dove e
quando, ubi et quando, lo ritiene opportuno nella sua sovrana libertà, rende
efficaci e vivificanti, perché Egli sia in nobis e così noi possiamo costituire
il suo corpo, […] affinchè il suo Nome sia trasmesso, traditum, ad altri<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftn26" name="_ftnref" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[26]<!--[endif]--></span></span></a></span>.<span style="mso-bidi-font-weight: normal;"><u><o:p></o:p></u></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; margin-left: 54pt; text-align: justify; text-indent: -36pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><span style="mso-list: Ignore;">V.<span style="font-variant: normal; line-height: normal;">
</span></span></span></span><!--[endif]--><span style="mso-bidi-font-weight: normal;">Dove si espongono alcune considerazioni
conclusive<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Certamente
il fenomeno conciliare ha rappresentato, rispetto all’immagine di stasi,
offerta dalla storia della Chiesa cattolica dal XVI alla prima metà del XX secolo,
un panorama nuovo e dinamico. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">I
due teologi protestanti, di cui si è trattato in questo saggio, hanno però
riscontrato come a fianco del senso di novità vi sia anche un forte legame con
la tradizione e i concili che hanno preceduto il Vaticano II, fino al punto di
ricadere, in aspetti fondamentali, negli antichi schemi che ponevano il
Cattolicesimo e il Protestantesimo su due fronti diversi. Le analisi dei due
teologi sono accomunate da una grande libertà intellettuale, nel rilevare non
solo la positiva tensione biblica della costituzione DV, ma anche i suoi lati
oscuri.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Ciò
che accomuna ancor di più Barth e Subilia è quella, che con espressione
barthiana, si potrebbe chiamare la concentrazione cristologica o, con
espressione subliana, una teologia del Nome. In ultima analisi, non vi è una
mera preoccupazione confessionale, volta a difende la propria posizione,
quanto, piuttosto, una passione bruciante per quel Dio che nella sua assoluta
libertà si è rivelato all’uomo, in Cristo, e lo ha chiamato a essere suo
partner amato, per grazia. <span style="mso-bidi-font-style: normal;">Solus
Christus, sola Scriptura, sola gratia</span>.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Jonathan S. Benatti</span></div>
<div style="line-height: 16px;">
<!--[if !supportFootnotes]--><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br clear="all" /></span>
<hr align="left" size="1" width="33%" />
<!--[endif]-->
<br />
<div id="ftn" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftnref" name="_ftn1" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[1]<!--[endif]--></span></span></a> <span style="mso-bidi-font-style: normal;">Karl Barth e il Concilio Vaticano II - Ad
limina apostolorum e altri scritti</span>, a cura di F. Ferrario e M.
Vergottini,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Claudiana, 2012, pagg.
79-98; 99-110.</span></div>
</div>
<div id="ftn" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftnref" name="_ftn2" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[2]<!--[endif]--></span></span></a> V. Subilia, <span style="mso-bidi-font-style: normal;">La nuova cattolicità del Cattolicesimo – Una
valutazione protestante del Concilio Vaticano Secondo, </span>Claudiana, 1967.</span></div>
</div>
<div id="ftn" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftnref" name="_ftn3" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[3]<!--[endif]--></span></span></a>
L’espressione è stata coniata dal teologo Pietro Parente in un articolo, uscito
sulle pagine dell’Osservatore Romano, concernente la condanna, da parte del
Magistero, di Marie-Dominique Chenu e Louis Charlier. In senso lato, si applica
a quei teologi che fecero parte dell’ala progressista, nel periodo
pre-conciliare.</span></div>
</div>
<div id="ftn" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftnref" name="_ftn4" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[4]<!--[endif]--></span></span></a> Non solo il
kantismo e l’hegelianesimo furono oggetto degli strali magisteriali, ma anche
il liberalismo, il darwinismo e il socialismo.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>In sostanza, l’atteggiamento ufficiale cattolico fu quello
di uno spinto anti-modernismo. Proprio in questa funzione si deve leggere la
proclamazione dei nuovi dogmi mariani e la proclamazione dell’infallibilità del
Papa. </span></div>
</div>
<div id="ftn" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftnref" name="_ftn5" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[5]<!--[endif]--></span></span></a>
Marie-Dominque Chenu (1895-1990), fu professore di storia delle dottrine
cristiane a Le Saulchoir nel periodo che va dal 1920 al 1942. Della stessa
scuola fu reggente proprio fino al 1942, anno in cui il suo <span style="mso-bidi-font-style: normal;">Le Saulchoir: una scuola di teologia</span> fu
messo all’Indice. Fu riabilitato in seguito e partecipò come perito al Concilio
Vaticano Secondo. Per un breve, ma denso resconto della vita di questo grande
studioso e teologo, si consiglia R. Gibellini, <span style="mso-bidi-font-style: normal;">La teologia del XX secolo</span>, Queriniana, 1992, pagg. 210-216.</span></div>
</div>
<div id="ftn" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftnref" name="_ftn6" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[6]<!--[endif]--></span></span></a> In questa
sede non si può parlare in modo dettagliato, ma soltanto accennare di altre due
figure importanti, che in qualche modo hanno contribuito al rinnovamento della
teologia cattolica: Alfred Loisy e Maurice Blondel. Per altri dettagli, si
rimanda a R. Gibellini, <span style="mso-bidi-font-style: normal;">La teologia del
XX secolo</span>, Queriniana, 1992, pagg. 162-173.</span></div>
</div>
<div id="ftn" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftnref" name="_ftn7" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[7]<!--[endif]--></span></span></a> “Rinnovata
alle fonti profonde della vita religiosa, vivificata dal suo contatto con le
correnti del pensiero contemporaneo, la teologia deve, per essere viva,
rispondere a una terza esigenza: essa deve tener conto dei bisogni delle
anime.” J. Danielou, <span style="mso-bidi-font-style: normal;">Les orientations
presentes de la pensee religieuse, </span>in <span style="mso-bidi-font-style: normal;">Etudes</span>
t. 249, avril 1946, 5-21. </span></div>
</div>
<div id="ftn" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftnref" name="_ftn8" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[8]<!--[endif]--></span></span></a> Associazione
teologica italiana.</span></div>
</div>
<div id="ftn" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftnref" name="_ftn9" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[9]<!--[endif]--></span></span></a> Associazione
italiana dei professori di storia della Chiesa.</span></div>
</div>
<div id="ftn" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftnref" name="_ftn10" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[10]<!--[endif]--></span></span></a>
Associazione canonistica italiana.</span></div>
</div>
<div id="ftn" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftnref" name="_ftn11" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[11]<!--[endif]--></span></span></a>
Associazioni professori e cultori di liturgia</span></div>
</div>
<div id="ftn" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftnref" name="_ftn12" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[12]<!--[endif]--></span></span></a> Per
approfondire la storia della nascita e dello sviluppo di queste associazioni,
ora raggrupate nel Coordinamento associazioni teologiche italiane (CATI), si
veda P. Ciardella, A. Montan <span style="mso-bidi-font-style: normal;">Le scienze
teologiche in Italia a cinquant’anni dal Concilio Vaticano II</span>, Elledici,
pagg. 3-10</span></div>
</div>
<div id="ftn" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftnref" name="_ftn13" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[13]<!--[endif]--></span></span></a> E. Busch, <span style="mso-bidi-font-style: normal;">Karl Barth – Biografia</span>, Queriniana,
1977.</span></div>
</div>
<div id="ftn" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftnref" name="_ftn14" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[14]<!--[endif]--></span></span></a> E. Busch, <span style="mso-bidi-font-style: normal;">Karl Barth e il Concilio Vaticano II</span>, in
<span style="mso-bidi-font-style: normal;">Karl Barth e il Concilio Vaticano II – Ad
limina apostolorum e altri scritti</span>, a cura di F. Ferrario e M. Vergottini,
Claudiana, 2012, pag. 7.</span></div>
</div>
<div id="ftn" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftnref" name="_ftn15" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[15]<!--[endif]--></span></span></a> Karl Barth,
<span style="mso-bidi-font-style: normal;">Conciliorum
Tridentini et Vaticani I Inhaerens vestigiis</span>, in <span style="mso-bidi-font-style: normal;">Karl Barth e il
Concilio Vaticano II – Ad limina apostolorum e altri scritti</span>, a cura di F.
Ferrario e M. Vergottini, Claudiana, 2012, pag. 100.</span></div>
</div>
<div id="ftn" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftnref" name="_ftn16" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[16]<!--[endif]--></span></span></a> <span style="mso-bidi-font-style: normal;">In religioso ascolto della parola di Dio e
proclamandola con ferma fiducia, il santo Concilio fa sue queste parole di San
Giovanni: Annunziamo a voi la vita eterna che era presso il Padre e si
manifestò a noi […]. </span>Costituzione dogmatica sulla divina rivelazione, <span style="mso-bidi-font-style: normal;">Dei Verbum</span>, 18 Novembre 1965.</span></div>
</div>
<div id="ftn" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftnref" name="_ftn17" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[17]<!--[endif]--></span></span></a> Karl Barth,
<span style="mso-bidi-font-style: normal;">Conciliorum
Tridentini et Vaticani I Inhaerens vestigiis</span>, in <span style="mso-bidi-font-style: normal;">Karl Barth e il
Concilio Vaticano II – Ad limina apostolorum e altri scritti</span>, a cura di F.
Ferrario e M. Vergottini, Claudiana, 2012, pag. 106, 107.</span></div>
<div class="MsoFootnoteText">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
</div>
<div id="ftn" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftnref" name="_ftn18" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[18]<!--[endif]--></span></span></a> Karl Barth,
<span style="mso-bidi-font-style: normal;">Conciliorum
Tridentini et Vaticani I Inhaerens vestigiis</span>, in <span style="mso-bidi-font-style: normal;">Karl Barth e il
Concilio Vaticano II – Ad limina apostolorum e altri scritti</span>, a cura di F.
Ferrario e M. Vergottini, Claudiana, 2012.</span></div>
</div>
<div id="ftn" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftnref" name="_ftn19" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[19]<!--[endif]--></span></span></a> G. Conte, <span style="mso-bidi-font-style: normal;">Vittorio Subilia: un profilo</span>, in <span style="mso-bidi-font-style: normal;">Il pluralismo nelle origini Cristiane –
Scritti in onore di Vittorio Subilia</span>, ed. Claudiana, 1994. </span></div>
</div>
<div id="ftn" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftnref" name="_ftn20" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[20]<!--[endif]--></span></span></a> V. Subilia,
<span style="mso-bidi-font-style: normal;">La nuova cattolicità del Cattolicesimo</span>,
Claudiana, 1967, Pag. 185.</span></div>
</div>
<div id="ftn" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftnref" name="_ftn21" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[21]<!--[endif]--></span></span></a> <span style="mso-bidi-font-style: normal;">Ibid.</span> pag. 187</span></div>
</div>
<div id="ftn" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftnref" name="_ftn22" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[22]<!--[endif]--></span></span></a> “<span style="mso-bidi-font-style: normal;">Gli aspetti umani e storici della Scrittura
non sono affatto negati o soppressi: se lo fossero verrebbe ad essere negato il
dogma centrale del Cattolicesimo, che è appunto il dogma dell’incarnazione, e
con esso quella cooperazione tra il Creatore e la creatura che trova la sua
espressione più evidente nel dogma mariano. Ma si ha l’impressione che tali
aspetti siano relegati a esercitare una funzione che fa ricordare quell’antica
eresia che sottolineava la natura divina di Cristo e vedeva la sua umanità come
semplice apparenza, oppure gli accidenti, il velo delle sacre specie
sacramentali, nel dogma della transustanziazione: la sostanza della Scrittura è
divina, Dio ne è l’autore, tutte le affermazioni in essa contenute devono
essere attribuite allo Spirito Santo e devono essere ritenute immuni da errore,
come per una sorta di immacolata concezione letteraria.” Ibid. </span>pag.
189-190.</span></div>
</div>
<div id="ftn" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftnref" name="_ftn23" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[23]<!--[endif]--></span></span></a> <span style="mso-bidi-font-style: normal;">Ibid.</span> pag. 191</span></div>
</div>
<div id="ftn" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftnref" name="_ftn24" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[24]<!--[endif]--></span></span></a> <span style="mso-bidi-font-style: normal;">E’ la stessa Tradizione che fa conoscere
alla Chiesa l’intero canone dei Libri Sacri, e in essa fa più profondamente
comprendere e rende ininterrottamente operanti le Scritture stesse.</span>
Costituzione dogmatica sulla divina rivelazione <span style="mso-bidi-font-style: normal;">Dei Verbum</span>, par. 8.</span></div>
</div>
<div id="ftn" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftnref" name="_ftn25" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[25]<!--[endif]--></span></span></a> V. Subilia,
<span style="mso-bidi-font-style: normal;">La nuova cattolicità del Cattolicesimo</span>,
Claudiana, 1967, pag. 210</span></div>
</div>
<div id="ftn" style="mso-element: footnote;">
<div class="MsoFootnoteText">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#_ftnref" name="_ftn26" style="mso-footnote-id: ftn;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]-->[26]<!--[endif]--></span></span></a> <span style="mso-bidi-font-style: normal;">Ibid.</span> pag. 21.</span></div>
</div>
</div>
<!--EndFragment-->Jonathan Simone Benattihttp://www.blogger.com/profile/08967034071168168067noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7417823216004589781.post-19418561231166853302013-03-28T11:08:00.001-07:002013-03-28T11:08:33.336-07:00La grande notizia - Relazione di Marco (tratta dall'omonimo libro di Francesco Lo Bue, ed. Claudiana)<span class="text_exposed_show" style="background-color: white; color: #333333; display: inline; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 14px; text-align: left;">
</span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRFbk5DKyPbiQX4BJ4HxGBJ6n6_rst28o0REm0tCu8a7zZWkipIhDJB-7Wl-ISrkR52Wakk3kDX7H7lM6_GqCJVLADiWuiHYJU0wcNxvr99vcDhplvixK0CKIfYQCwzXYVgTSG_uuzprU/s1600/Marc-Chagall-esodo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="255" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRFbk5DKyPbiQX4BJ4HxGBJ6n6_rst28o0REm0tCu8a7zZWkipIhDJB-7Wl-ISrkR52Wakk3kDX7H7lM6_GqCJVLADiWuiHYJU0wcNxvr99vcDhplvixK0CKIfYQCwzXYVgTSG_uuzprU/s320/Marc-Chagall-esodo.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #262626;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><br /></span></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #262626;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><br /></span></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #262626;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><br /></span></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #262626;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">E
lì per lì di buon’ora allestirono un Concilio - i Prelati assieme
ai decani e ai Teologi, e l’intiero Concistoro; e dopo avere
ammanettato Giosuè, lo portarono via e lo consegnarono al
Governatore d’Occupazione.</span></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #262626;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">E
l’interrogò il Governatore d’Occupazione: «Sei tu il“Re della
Nazione”?».</span></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #262626;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">E
lui di rimando: «Sei tu che lo dici?», gli fa. E i Prelati lo
denunciavano a gran forza. E daccapo il Governatore lo interrogava
così: «E non rispondi niente? Guarda un po’ di che roba
t’accusano!». Ma Giosuè non rispondeva più niente, tanto che si
stupiva il Governatore.</span></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #262626;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Ma
in occasione della festa lui gli metteva in libertà un detenuto:
quello di cui loro gli facevano richiesta. E c’era quello detto
“Figlio d’Iddio”, che stava incarcerato assieme ai ribelli:
quei tali che nella rivolta avevano fatto un omicidio.</span></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #262626;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">E
la folla venne su e si mise a chiedere, come lui appunto gli faceva
sempre. E il Governatore rispose loro così: «Volete che vi metta in
libertà il “Re della Nazione”?». Conosceva difatti ch’era per
odio che gliel’avevano consegnato i Prelati. Ma i Prelati aizzarono
la folla, che semmai gli mettesse in libertà il “Figlio d’iddio”.</span></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #262626;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">E
il Governatore daccapo: «E che ne farò allora», gli faceva di
rimando, «di quello che dite il “Re della Nazione”?». E loro
daccapo a urlare: «Al patibolo!». «Che male ha dunque fatto?»,
gli faceva il Governatore. E loro a urlare a dismisura: «Al
patibolo!».</span></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #262626;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">E
il Governatore, intendendo fare a modo della folla, gli mise in
libertà il “Figlio d’iddio”; e Giosuè lo consegnò - dopo
averlo staffilato perché fosse messo al patibolo.</span></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #262626;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">E
i soldati se lo portarono via dentro al «Palazzo» - cioè al
Comando - e fanno l’adunata del reparto intiero. E gli mettono
addosso una mantellina e gli applicano una ghirlanda - che avevano
intrecciata - di spine. E si misero a fargli il saluto: «Salute, “Re
della Nazione”!». E gli picchiavano la testa con una canna, e gli
sputavano addosso, e piegando il ginocchio gli facevano riverenza. E
quando l’ebbero sbeffeggiato, gli levarono di dosso la mantellina e
gli misero addosso i suoi vestiti. Poi lo portarono fuori per
metterlo al patibolo.</span></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #262626;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">E
precettano un tale che passava - Simone di Cirene che se ne veniva di
campagna: il padre di Alessandro e di Rufo per reggergli il patibolo
di lui. E lo portarono in località Golgothà, che tradotto sarebbe:
località del Teschio. E gli davano vino drogato, che lui però non
ne prese.</span></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #262626;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">E
lo mettono al patibolo e si spartiscono i vestiti (di lui),
tirandoseli a sorte, cos’avessero a prendersi, e chi. Ed erano le
nove, e lo tirano sul patibolo. </span></span></span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #262626;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">E
la dicitura della sua motivazione era segnata:</span></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #262626;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">II
«RE DELLA NAZIONE». </span></span></span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #262626;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">E
con lui mettono al patibolo due briganti, uno a destra e uno a manca
di lui. E si attuò quella Scrittura Sacra che dice:</span></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #262626;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">fino
tra i fuorilegge è stato calcolato.</span></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #262626;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">E
quelli che transitavano gli imprecavano scuotendo la testa e dicendo:
«Beh! tu che demolisci il santuario e in tre giorni lo costruisci,
salvati la tua pelle venendotene giù dal patibolo!». Alla stessa
maniera pure i Prelati, sbeffeggiando gli uni con gli altri, dicevano
assieme ai Teologi: «Altri, li hai salvati; se stesso, non riesce a
salvarsi! Il “Prescelto”, “Re del Popolo”, se ne venga giù
adesso dal patibolo, che noi si veda e si creda!». Fin quelli
ch’erano stati messi al patibolo con lui l’insultavano.</span></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #262626;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">E
come si fece mezzogiorno, per l’intiero paese si fece buio fino
alle tre. E alle tre gridò - Giosuè - a gran voce: «Elohì, Elohì!
lamàh sc’baqtanì» (che tradotto, sarebbe: «Dio mio, Dio mio! a
che m’hai abbandonato!»). E certuni dei circostanti, a sentirlo,
dicevano: «Toh! chiama “Elia”!».</span></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #262626;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">E,
di corsa, uno inzuppò d’aceto una spugna e l’applicò a una
canna e gli dava da bere, dicendo: «Lasciate! Vediamo se viene Elia
a tirarlo giù!». Ma Giosuè diede una gran voce e spirò. </span></span></span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="color: #262626;">E
il tabernacolo del Santissimo si spaccò in due, da cima a fondo. E
come vide - il comandante del plotone che stava dirimpetto a lui -
che lui era spirato a quel modo: «Davvero», fece, «che quest’uomo
era un figlio d’Iddio !». E c’erano pure delle donne a osservare
da lontano, tra le quali pure la Maria di Torre, e la Maria madre di
Giacomo il Piccolo e di Giuseppe, e Salomè, che, quand’ era nella
Periferia, lo seguitavano e gli accudivano; e parecchie altre
ch’erano salite con lui alla Capitale.</span></span></span></div>
Jonathan Simone Benattihttp://www.blogger.com/profile/08967034071168168067noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7417823216004589781.post-13584186331346770462013-03-14T08:14:00.002-07:002013-03-14T08:15:14.827-07:00Un Dio che mi fa leggero<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7xNV3Q4rXPS0ilBjuJ_Vw-o_HExVIYXYYFq067SFlQK9uxAjepBlNI2W3n61dIjRdk-mgkdRV2bJkGuzfmTCd_xmAZh_7FMGwYWFVh_J7SCrW9njbPlsDvwYchjtNkQbQZfWb96ecEmA/s1600/india-10621.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7xNV3Q4rXPS0ilBjuJ_Vw-o_HExVIYXYYFq067SFlQK9uxAjepBlNI2W3n61dIjRdk-mgkdRV2bJkGuzfmTCd_xmAZh_7FMGwYWFVh_J7SCrW9njbPlsDvwYchjtNkQbQZfWb96ecEmA/s400/india-10621.jpg" width="400" /></a></div>
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<b><i>Steve McCurry - Power of play</i></b><br />
<b><i><br /></i></b>
<b><i><br /></i></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="text-align: -webkit-left;"><span style="font-size: medium;"><i>Per un Iddio che rida come un bimbo,<br />Tanti gridi di passeri,<br />Tante danze nei rami,<br /><br />Un'anima si fa senza più peso,<br />I prati hanno una tale tenerezza,<br />Tale pudore negli occhi rivive,<br /><br />Le mani come foglie<br />S'incantano nell'aria...<br /><br />Chi teme più, chi giudica?</i></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="text-align: -webkit-left;"><span style="font-size: medium;"><i>(G. Ungaretti - Senza più peso, da Il sentimento del tempo)</i></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="text-align: -webkit-left;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: -webkit-left;">
<span style="font-size: medium;">Il Regno di Dio è una tavola imbandita, una festa, un'assemblea di persone che sono state liberate per la libertà (propria e degli altri), uno spazio di gioco. Non c'è <i>paradiso</i> senza gioia, senza movimento, senza trasformazione di questo mondo che, invece di volgere alla sua fine, volge verso il suo rinnovamento. Non c'è <i>paradiso</i> senza l'Iddio che rida come un bimbo e non c'è <i>paradiso</i> senza la leggerezza. Forse "<i>insostenibile è la leggerezza dell'essere"</i> perchè insostenibile è il peso di essere liberati dal Dio della libertà. Il giudizio, parafrasando il Vangelo secondo Giovanni, è questo: Cristo ha portato la leggerezza e gli uomini hanno preferito rimanere pesanti. Grande paradosso: gli uomini vogliono il cielo e amano il loro peso. La gravità dell'egoismo, dell'essere <i>incurvatus in se</i>, altro non è che la gravità stessa contro cui l'uomo fatica nel suo elevarsi disperato al cielo. Eppure, esiste una gravità opposta, dunque levità; quella di Dio: essa non chiede all'uomo di salire, ma porta Dio a scendere: il Nuovo mondo viene incontro a questo mondo. Quella stessa gravità di Dio, che è leggerezza, chiede all'uomo di rimane sulla terra, non di salire al cielo, e chiede all'uomo di rimane qui come uomo-leggero, come figlio del tempo, come figlio del Dio della leggerezza.</span></div>
<div style="text-align: -webkit-left;">
<span style="font-size: medium;"><br /></span></div>
<div style="text-align: -webkit-left;">
<span style="font-size: medium;"><i>Le mani come foglie</i>, non più la mano del predicatore o del prete che ti giudica da un pulpito o da un altare, non più le mani che al contempo ti salutano e si fanno giudizio su di te, non più lo schiaffo, il pugno, il palmo chiuso. La leggerezza di Dio ti fa mano aperta, sottile, delicata e vibrante nel soffio del Vento, quel Vento che altro non è che lo Spirito di Dio stesso, definito in modo splendidamente teologico e poetico da Paolo di Tarso, come lo Spirito di Libertà. <i>Le mani come foglie</i>, cioè delle vite nel tempo, che con i loro colori rendono bello l'autunno del mondo, con la loro assenza e il loro silenzio nell'inverno testimoniano l'attesa del mondo della nuova stagione, con il loro verde estivo, schermano il viandante stanco dalla calura del mondo, con il loro germogliare primaverile rimandano ai germogli di speranza che Dio già ora semina in questa terra.</span></div>
<div style="text-align: -webkit-left;">
<span style="font-size: medium;"><br /></span></div>
<div style="text-align: -webkit-left;">
<span style="font-size: medium;">Il sorriso del Dio che è Creatore: la sua vitalità nelle <i>danze nei rami</i>, il suo esultare in quella che G.M. Hopkins definisce "<i>pied beauty</i>" (cioè, bellezza variegata o pezzata), il suo essere rappresentabile non come un vecchio severo ma con l'intensa ripetitività dei bambini i quali "<i>dicono ogni volta: - Fallo ancora - , e l'adulto ripete fino allo sfinimento. [...] Può darsi infatti che Dio ogni mattina dica - Fallo ancora - al Sole e ogni sera dica - Fallo ancora - alla Luna. Forse non è un 'automatica necessità a rendere le margherite tutte uguali, forse Dio crea ogni margherita separatamente, ma non si stanca mai di farlo. Probabilmente possiede in eterno lo stesso entusiasmo dell'infanzia; noi siamo invecchiati perchè abbiamo peccato e nostro Padre è più giovane di noi"</i> (G. K. Chesterton - Ortodossia)</span></div>
<div style="text-align: -webkit-left;">
<span style="font-size: medium;"><br /></span></div>
<div style="text-align: -webkit-left;">
<span style="font-size: medium;">Ecco in fondo cosa vorrei, che il messaggio della mia vita fosse questo: credo in un Dio che mi fa leggero. </span></div>
<div style="text-align: -webkit-left;">
<span style="font-size: medium;"><br /></span></div>
<div style="text-align: -webkit-left;">
<br /></div>
<div style="text-align: -webkit-left;">
<span style="font-size: medium;"><br /></span></div>
<div style="text-align: -webkit-left;">
<span style="font-size: medium;"><br /></span></div>
Jonathan Simone Benattihttp://www.blogger.com/profile/08967034071168168067noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7417823216004589781.post-44548881227499983012013-03-11T08:02:00.001-07:002013-03-11T08:02:38.893-07:00Teologia in Vasto spazio - J. Moltmann in dialogo con Agostino e la vita<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhP4Wh6iIMNxnemUucJkoISIvjsA990Zojj96irDHeH0h8xV8wISyDBdVGph2CqSTBq4QC7DV9bviq0Wp2SfPcqTgqZm2NxPRu5TWwjxryIrFcr12UtIgTLQygodbEJuUadqoL8Panjg4Q/s1600/02_moitmann.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhP4Wh6iIMNxnemUucJkoISIvjsA990Zojj96irDHeH0h8xV8wISyDBdVGph2CqSTBq4QC7DV9bviq0Wp2SfPcqTgqZm2NxPRu5TWwjxryIrFcr12UtIgTLQygodbEJuUadqoL8Panjg4Q/s400/02_moitmann.jpg" width="265" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="background-position: initial initial; background-repeat: initial initial;"><span style="font-family: TimesNewRomanPSMT, serif;"><span style="font-size: medium;"><i><br /></i></span></span></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="background-position: initial initial; background-repeat: initial initial;"><span style="font-family: TimesNewRomanPSMT, serif;"><span style="font-size: medium;"><i>Che
cosa amo quando amo Dio?</i></span></span><span style="font-family: TimesNewRomanPSMT, serif;"><span style="font-size: medium;"> </span></span></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="background-position: initial initial; background-repeat: initial initial;"><span style="font-family: TimesNewRomanPSMT, serif;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></span></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="background-position: initial initial; background-repeat: initial initial;"><span style="font-family: TimesNewRomanPSMT, serif;"><span style="font-size: medium;">Una
sera lessi nelle </span></span><span style="font-family: TimesNewRomanPSMT, serif;"><span style="font-size: medium;"><i>Confessioni</i></span></span><span style="font-family: TimesNewRomanPSMT, serif;"><span style="font-size: medium;"> di
Agostino, libro X, 6, 8: </span></span></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: TimesNewRomanPSMT, serif;"><span style="font-size: medium;">«<i>Ma cosa amo quando amo te? Non la
bellezza di un corpo, né le attrazioni della vita, né lo splendore
della luce, amica di questi miei occhi, non le dolci melodie di
un’infinita varietà di canti, né l’odore soave di fiori,
unguenti e aromi; non la manna e il miele, né le membra gradevoli
agli amplessi della carne: non è questo che amo quando amo il mio
Dio. Esiste però una certa luce e una certa voce, un certo profumo e
un certo cibo e un certo amplesso che amo quando amo il mio Dio: la
luce, la voce, il profumo, il cibo, l’amplesso dell’uomo
interiore che è in me, dove la mia anima è inondata dalla luce che
lo spazio non contiene, dove c’è una musica che il tempo non
afferra, dove c’è un profumo che il vento non disperde, dove c’è
un sapore che la voracità non estingue, dove c’è un’unione che
la sazietà non allenta. Questo io amo quando amo il mio Dio</i>».
</span></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: TimesNewRomanPSMT, serif;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: TimesNewRomanPSMT, serif;"><span style="font-size: medium;">E quella notte gli risposi: </span></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: TimesNewRomanPSMT, serif;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="background-position: initial initial; background-repeat: initial initial;"><span style="font-family: TimesNewRomanPSMT, serif;"><span style="font-size: medium;">Quando amo Dio amo la
bellezza dei corpi, il ritmo dei movimenti, lo splendore degli occhi,
gli abbracci, i sentimenti, i profumi, i toni di questa colorata
creazione. Tutto vorrei abbracciare, quando amo te, mio Dio, perché
ti amo con tutti i miei sensi nelle creature del tuo amore. Tu mi
attendi in tutte le cose che io incontro. A lungo ti ho
cercato dentro di me, mi sono nascosto nel guscio della mia anima e
mi sono difeso con la corazza dell’inavvicinabilità; ma tu eri
fuori di me e mi hai attratto dalla ristrettezza del mio cuore nel
vasto spazio dell’amore per la vita. Così sono uscito da me
stesso, ho trovato la mia anima nei miei sensi e ho scoperto quel che
più mi appartiene negli altri. L’esperienza di Dio
approfondisce le esperienze della vita e non le riduce, perché
risveglia la forza di dire incondizionatamente sì alla vita. Più
amo Dio, più sono felice di esistere; più esisto pienamente e
direttamente, più percepisco il Dio vivente, la fonte inesauribile
della vita e la vitalità eterna.</span></span></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="background-position: initial initial; background-repeat: initial initial;"><span style="font-family: TimesNewRomanPSMT, serif;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></span></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="background-position: initial initial; background-repeat: initial initial;"><span style="font-family: TimesNewRomanPSMT, serif;"><span style="font-size: medium;">(J. Moltmann - Vasto spazio, pagg. 422-423, ed. Queriniana)</span></span></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
Jonathan Simone Benattihttp://www.blogger.com/profile/08967034071168168067noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7417823216004589781.post-14325468303858064912013-03-07T07:16:00.000-08:002013-03-07T13:13:32.610-08:00Pensare Dio (secondo Dio)<br />
<div id="box_titolo" style="margin: 20px 5px 24px 15px; padding: 0px; text-align: center;">
<h2 class="tit_blu" style="font-style: italic; font-variant: small-caps; letter-spacing: 1px; margin: 4px 0px; padding: 0px;">
</h2>
<h2>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAfvX5qofkIJBJGj4_1nVaTBaFgquHv9bmA1wbLosf1pskJm-Ujx2vCMXsZEkwSspFXNj2XRVrBwh_cfqbds7Ryx7E6a1y7JYsc_ZhISNM-0w7Cffjh15mSKOL4eQmBd_Hj8lKupAsC9k/s1600/pietro-e-gesu.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="386" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAfvX5qofkIJBJGj4_1nVaTBaFgquHv9bmA1wbLosf1pskJm-Ujx2vCMXsZEkwSspFXNj2XRVrBwh_cfqbds7Ryx7E6a1y7JYsc_ZhISNM-0w7Cffjh15mSKOL4eQmBd_Hj8lKupAsC9k/s400/pietro-e-gesu.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
</h2>
</div>
<div style="padding: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;">Nel celebre e controverso episodio della confessione di Pietro, riportato nel capitolo 16 del Vangelo secondo Matteo, la parola di Gesù, al rimbrotto di Pietro, è aspra.</span></div>
<div style="padding: 0px;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">"<i>Ma egli, voltatosi e guardando i discepoli, rimproverò Pietro e gli disse: «Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini.</i>"</span></div>
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif; text-align: justify;">Pietro immaginava un Messia dominatore. </span><span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif; text-align: justify;">Dio immagina sè stesso nell'abbassamento e nel dare la vita di Suo Figlio per l'uomo.</span><br />
<div style="padding: 0px;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Molta della teologia moderna vive la stessa problematica. Categorizza Dio secondo modi di pensare aristotelici e secondo una "teologia della gloria" estranea al racconto dei Vangeli. Proiezioni freudiane? Forse. Ed allora la critica di Feuerbach al Dio prodotto dal desiderio umano, diventa un correttivo e un rimprovero utile. Infatti, Dio salva prima di tutto in forza della sua debolezza e pazzia (cfr. 1 Corinzi 1,25), le quali si dimostrano più sagge del sapere e della forza umana. Dio è un Dio che si rivela e fornisce all'uomo una pista di pensiero aperta, la quale si completa soltanto in un cammino relazionale. L'uomo, al contrario, pensa a un Dio che ha più le caratteristiche di un super-eroe, dove le doti umane vengono elevate all'ennesima potenza. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;">Una teologia che vuole essere coerente con quanto racconta il Nuovo Testamento, dovrebbe reintrodurre nella sua visione sistematica concetti come "kenosis" (cioè, abbassamento), dolore del Dio Trinitario e soprattutto le categorie di relazionalità che molta scolastica cattolica e protestante hanno escluso. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Cosa va detto oggi all'uomo moderno? Dovremo parlare dell'onnipotenza di Dio nonostante Auschwitz, nonostante i massacri in Africa, nonostante i problemi ecologici, gli sconvolgimenti climatici e quant'altro ci testimonia un qualsiasi quotidiano? Dovremmo continuare a fare la nostra difesa di Dio, seguendo le nostre categorie di pensiero e cercando di "discolpare Dio"? Non credo. </span></div>
<div style="padding: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Il mondo non ha bisogno di un Dio dalle mani pulite, senza macchia e perfetto da un punto di vista logico e metafisico. </span></div>
<div style="padding: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Il mondo chiede esattamente il Dio che si rivela in Cristo: un Dio che si abbassa, che soffre, che lascia all'uomo la libertà della sua scelta, ma che al contempo continua a essere a fianco dell'uomo, per l'uomo e con l'uomo. "Il dolore di Dio deve essere testimoniato" (Kazoh Kitamori - Teologia del dolore di Dio, ed. Queriniana). </span></div>
<div style="padding: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div style="padding: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;">Molto potrebbe cambiare se, invece di fare le veci di Pietro, cominciassimo a sentire di nuovo quella parola dura di Gesù rivolta all'apostolo, e cominciassimo a pensare Dio "secondo Dio"; ovvero, attraverso la vita di Cristo, che rimane, l'unica interpretazione corretta di Dio stesso. </span></div>
<div style="padding: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div style="padding: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;">"<i>Nessuno ha mai visto Dio, L'unigenito che è nel seno del Padre è quello che l'ha fatto conoscere</i>". (Vangelo secondo Giovanni 1,18)</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Jonathan Simone Benattihttp://www.blogger.com/profile/08967034071168168067noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7417823216004589781.post-42484637561896397892013-03-05T23:08:00.001-08:002013-03-05T23:10:01.195-08:00L'umanità di Dio - Tra biografia e arte della ritrattazione teologica<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJpa6VQIOisue126YRIttsajEDWeBMl-WIDxHL9rstjQq56ef_MWeuh5XvDC7FewCvzR_asHQLSoehLmqsHPzofn6zbmHVNJKIOMtwLVchGKBuWY1pYKdpUehD6LXckpE74LdGxQQag5E/s1600/karl-barth-sketch.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJpa6VQIOisue126YRIttsajEDWeBMl-WIDxHL9rstjQq56ef_MWeuh5XvDC7FewCvzR_asHQLSoehLmqsHPzofn6zbmHVNJKIOMtwLVchGKBuWY1pYKdpUehD6LXckpE74LdGxQQag5E/s320/karl-barth-sketch.jpg" width="309" /></a></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
I</div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
“<i>Fu
Thurneysen che a quattr’occhi e a mezza voce mi sussurrò la frase
chiave: - per la predicazione, l’istruzione e la cura pastorale ci
occorre una fondazione teologica totalmente diversa”- .</i><sup><i><a class="sdfootnoteanc" href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#sdfootnote1sym" name="sdfootnote1anc"><sup>1</sup></a></i></sup></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
La
svolta auspicata dall’amico fraterno, giunse. In modo subitaneo
nella volontà e nell’impegno<sup><a class="sdfootnoteanc" href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#sdfootnote2sym" name="sdfootnote2anc"><sup>2</sup></a></sup>,
ma realizzata, nella pratica, nel corso di qualche anno. Il nuovo
“<i>ABC teologico</i>” fu appreso in una rilettura esegetica
serrata dell’Antico e del Nuovo Testamento; l’enzima che fece da
catalizzatore fu il libro che per eccellenza nella storia della
Chiesa, aveva rappresentato la guida verso il rinnovamento: la parola
antica e tremendamente attuale dell’epistola ai Romani.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
La
svolta fu un distacco, una vera e propria inversione di rotta,
rispetto alla teologia allora definita “moderna” e dominante. La
teologia liberale, alla cui fonte Barth aveva abbondantemente attinto
negli anni della sua formazione accademica, aveva conosciuto un
termine d’arresto: accodandosi alla presunta processione trionfale,
e poi catastrofica, della politica bellicista dell’Impero tedesco,
essa aveva dimostrato la sua accettazione non-critica dello spirito
del tempo. Colei che si proclamava scientifica era divenuta serva
della cultura e dello spirito politico a lei contemporanei. Il
giovane Barth vede in tutto ciò il fallimento del progetto teologico
liberale. Doveva essere ricompreso quale fosse e in cosa consistesse
il vero centro della teologia. “L’essenza del Cristianesimo”,
per usare un espressione harnackiana, risuona nella sentenza
fulminante “<i>Dio è in cielo e tu sulla terra</i>.” Novello
Kierkegaard, schierato contro il Sistema, Barth trova nella totale
alterità di Dio, nella Sua assoluta libertà e nell’azione dello
Spirito di Dio, vero fautore della contemporaneità tra parola e uomo
che ascolta, il centro da cui ricominciare il discorso teologico
(volendo portare avanti il paragone kierkegaardiano, un discorso che
non avviene per sintesi, ma nella dialettica). Non solo. In tutto
ciò, infatti, egli trova la critica al socialismo (Paolo è ancora
più radicale, ancora più rivoluzionario) e la critica alla
religione (intesa come sforzo, o esperienza umana, che cerca di
innalzarsi verso Dio e in cui l’uomo ricade su se stesso).
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
“<i>La
presenza di Dio, infatti, è altresì quella di un partner libero
dell’uomo in una storia messa in moto da Lui stesso e in un dialogo
aperto e controllato dalla sua iniziativa”.</i><sup><i><a class="sdfootnoteanc" href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#sdfootnote3sym" name="sdfootnote3anc"><sup>3</sup></a></i></sup></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
La
diastasi, l’infinita differenza qualitativa, il <i>totaliter alter</i>,
la metafora del punto matematico e della tangente nella quale essi si
sfiorano soltanto, sono tutte espressioni che in modo significativo
il teologo svizzero elabora e propone con grande forza evocativa al
fine di comunicare sia la violenza del distacco rispetto al suo
passato prossimo, sia la grande novità teologica, con le sue
implicazioni.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Questa
svolta fu il passaggio affascinante (una sorta di contemplazione del
Behemot e del Leviathan) e necessario per determinare che “<i>proprio
la divinità di Dio, ben compresa, include la sua umanità</i>”.<sup><a class="sdfootnoteanc" href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#sdfootnote4sym" name="sdfootnote4anc"><sup>4</sup></a></sup>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="CENTER" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
II</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Un
trasloco, “<i>sulla collina a ovest di Basilea […] in una casa
sostanzialmente più piccola, e perciò più moderna e accogliente,
dalla quale non ci possono scacciare perché è di mia proprietà</i>”.<sup><a class="sdfootnoteanc" href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#sdfootnote5sym" name="sdfootnote5anc"><sup>5</sup></a></sup>
E dentro quella casa, una stanzetta che funge da comodo studio. Una
scrivania, sulla quale pende una copia della <i>Crocifissione</i> di
Matthias Grunenwald. Infine libri, fino al soffitto e, ovviamente,
l’immancabile letteratura mozartiana.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Questa
scena, a prima vista domestica e retrò, si presta ad essere una
metafora interessante del cambiamento avvenuto nel paradigma della
teologia barthiana. Il teologo, per sua stessa ammissione, visse il
trasloco di cui si accennava prima, come un profetico passaggio dal
vecchio al nuovo cosmo<sup><a class="sdfootnoteanc" href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#sdfootnote6sym" name="sdfootnote6anc"><sup>6</sup></a></sup>
e, similmente accadde che molti iniziarono a vivere il “vecchio”
e ormai settantenne Barth, come un “nuovo Barth”.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
In
realtà il “<i>principio cristologico</i>” della conferenza del
25 Settembre 1956, non era nulla di nuovo rispetto a quanto detto
nella Dogmatica; era piuttosto una sorta di sintesi di quanto
maturato dal teologo stesso nel corso della sua esistenza come uomo
di fede e come teologo:</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
“<i>E’
però vero che io nel frattempo ho imparato qualcosa. Si spera che
sia così! Non è forse vero che si rimane giovani, pur invecchiando,
se si continua e non ci si stanca di imparare (in questo caso:
studiare teologia!). […] Dopo di allora penso di aver imparato a
parlare meglio di Dio Creatore in modo che l’uomo, in quanto sua
creatura, non venga oscurato ma messo in luce nel rapporto che a lui
lo lega. Oggi penso di potermi esprimere meglio sul fatto che,
proprio in virtù della potenza della libera e della sovrana grazia
di Dio, esiste anche un’autentica libertà dei figli di Dio. Oggi,
penso di comprendere e di poter onorare meglio di quanto mi fosse
concesso allora, la saggia sapienza di Dio, ma anche l’opera
accogliente e rinnovante della sua parola e del suo spirito nell’uomo
e nell’umanità.</i><sup><i><a class="sdfootnoteanc" href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#sdfootnote7sym" name="sdfootnote7anc"><sup>7</sup></a></i></sup></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Nella
seconda parte della conferenza si ha l’enunciazione del nucleo
teologico soggiacente la “seconda svolta”. In essa avviene il
superamento del <i>totaliter alter </i>assolutizzato,
il cuore della diastasi tra Dio e uomo, necessaria a Barth per
ricatturare una visione esegetico-teologica della materia biblica, in
opposizione alla visione critico-scientifica della teologia liberale.
E’ il modello Cristologico calcedonese delle due nature unite in
una persona che consente a Barth di mantenere sempre una separazione
tra Dio e uomo (mantenendo così inalterato il tema della “prima
svolta” ed escludendo sia l’approccio della teologia negativa sia
quello della sintesi) ma, al contempo, di far risaltare un’opera di
mediazione tra Dio e l’uomo che egli stesso esprime in questo modo
affascinante:
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
“<i>Il
fatto che Egli parli, dia, comandi, viene nell’esistenza di Gesù
Cristo, assolutamente prima; che l’uomo oda, riceva, ubbidisca, ciò
può solamente conseguire a quel primum. La libertà dell’uomo è,
in Gesù Cristo, totalmente inclusa nella libertà di Dio. Senza
abbassamento di Dio non si verrebbe ad alcun innalzamento dell’uomo.
In quanto Figlio di Dio, e non altrimenti, Gesù Cristo è anche
figlio dell’uomo.”</i><sup><i><a class="sdfootnoteanc" href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#sdfootnote8sym" name="sdfootnote8anc"><sup>8</sup></a></i></sup></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Se
volessimo tornare alla metafora iniziale dello studio del teologo
svizzero, dovremmo aggiungere un particolare che descrive
ulteriormente l’atmosfera teologica del sempre giovane settantenne:</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
“<i>Ci
sono certamente poche stanze da studio di teologi, nelle quali i
ritratti di Calvino e di Mozart si possano vedere accostati alla
stessa altezza”</i><sup><i><a class="sdfootnoteanc" href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#sdfootnote9sym" name="sdfootnote9anc"><sup>9</sup></a></i></sup><i>.</i>
Il rigore della tradizione riformata e la giocosità profana del
classicismo musicale, come simboli di un annuncio di fede fatto al
mondo e alla Chiesa: “Dio è umano”.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="CENTER" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
III</div>
<div align="CENTER" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
8
gennaio 1957, Hannover. Barth tiene una conferenza all’interno di
una serie più ampia di conferenze promosse dalla Società goethiana
sulla Teologia Evangelica nel XIX secolo. Invece di criticare
violentemente il passato, egli non oppone un deciso no a quella
stagione teologica. Fermo restando che la sua intenzione era quella
di non farsi condizionare dallo spirito del secolo, e quindi quella
di continuare a porre domande e quesiti, ora Barth poteva anche
valutare positivamente le istanze, la “<i>particula veri</i>” di
quella teologia. Ciò non per sentimentalismo, ma perché egli non
desiderava più considerare la teologia come pura e semplice dottrina
di Dio, quanto piuttosto vederla come una <i>teantropologia</i>, cioè
la dottrina del rapporto e della profonda comunione tra Dio e la sua
creatura.<sup><a class="sdfootnoteanc" href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#sdfootnote10sym" name="sdfootnote10anc"><sup>10</sup></a></sup></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Già
in questa conferenza, che precede di pochi mesi quella di Hannover,
si enunciano in modo ampio alcune conseguenze gravide di significato
per quanto ulteriormente apparirà nella Dogmatica.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
In
particolare:</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<ol>
<li><div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<b>La
dignità di ciascun essere umano</b>: “<i>Noi dobbiamo considerare
e trattare ciascun essere umano, anche il più diverso da noi, anche
il più abietto o il più misero, sulla base del seguente
presupposto: a motivo dell’eterna volontà di Dio, Gesù Cristo è
anche suo fratello. Dio stesso è anche suo padre.</i>”<sup><a class="sdfootnoteanc" href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#sdfootnote11sym" name="sdfootnote11anc"><sup>11</sup></a></sup>L’uomo,
inoltre, risulta essere l’eletto al rapporto con Dio e, come tale,
pur nei suoi limiti, dotato di una sua specificità e di sue
capacità. La cultura umana, che è il tipico operare umano
(tentativo dell’uomo di essere uomo), benché spesso connotata di
risvolti che fanno risaltare il carattere non buono o addirittura
mostruoso della creatura, può diventare, con l’assenso di Dio,
una efficace parabola della volontà divina stessa.</div>
</li>
<li><div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<b>Il
traffico (incessante) tra Dio e l’uomo come parola della teologia</b>:
nella scelta da parte di Dio di “tagliare un’alleanza” con
l’uomo, l’uomo stesso si trova a essere incluso in una relazione
in cui Dio è partner libero e vuole essere <i>per</i> e <i>con</i>
l’uomo. La teologia deve mostrare che dogmatica, etica,
predicazione, istruzione e cura d’anime consistono, senza deviare,
ma proseguendo in linea retta, nella esplicitazione del rapporto di
Dio con l’uomo, nel quale poi è incluso il rapporto dell’uomo
con Dio.</div>
</li>
<li><div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<b>Il
linguaggio della teologia</b>: in conformità al suo oggetto, la
teologia è dialogo. Teologia come preghiera nel dialogo con Dio.
Teologia come annuncio (<i>kerygma</i>) riguardante l’uomo (ogni
uomo!) in modo tale da suscitare in lui un passaggio significativo
da semplice interessato a inte-ressato. Un linguaggio che non sia
preoccupato delle categorie del “colui che sta fuori” e “colui
che sta dentro”. Un linguaggio invece che sia veicolo della novità
(Dio è umano, appunto) che è vera sia per chi riceve l’annuncio
sia per chi annuncia.</div>
</li>
<li><div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<b>Un
tono fondamentalmente positivo</b>: secondo l’osservazione
dell’Iwand, amico stretto di Barth, i due cerchi della rivelazione
speciale e della rivelazione generale, non solo condividono lo
stesso centro, ma anche lo stesso raggio. Fuor di metafora, Barth
comprendere l’umanità di Dio come una proclamazione positiva che,
pur non rinunciando a parlare della condizione dell’uomo nella sua
trasgressione (Il “no” di Dio all’uomo), afferma con ancora
più forza che l’uomo è <i>l’essere che Dio ha amato, ama e
amerà.</i><sup><i><a class="sdfootnoteanc" href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#sdfootnote12sym" name="sdfootnote12anc"><sup>12</sup></a></i></sup>La
quarta conseguenza tocca il discorso delicato della<i> apocatastasis
panton</i>, su cui Barth lascia aperta la dimensione del paradosso e
della non disponibilità di risposte certe da parte dell’uomo.
Solo una cosa appare certa: <i>non è dato alcun diritto teologico
di porre, da parte nostra, qualsivoglia limite alla benignità di
Dio verso gli uomini, che si è manifestata in Gesù Cristo.</i><sup><i><a class="sdfootnoteanc" href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#sdfootnote13sym" name="sdfootnote13anc"><sup>13</sup></a></i></sup></div>
</li>
<li><div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<b>La
Chiesa come evento e luogo della presenza di Dio: </b>la Chiesa,
considerata da Barth inizialmente in maniera critica (“umana,
troppo umana”, bissando così le parole di Nietzsche), ritorna ad
essere vista, alla luce dell’umanità di Dio, come corpo, come uno
strumento funzionale alla salvezza, come luogo dove risuona la
parola della predicazione e dell’annuncio della “novità” del
Dio che è umano. Essa è destinata e chiamata a portare nel mondo
quella “poca conoscenza” che ha della grazia di Dio rivelata in
Gesù Cristo; tale conoscenza, essendo legata allo Spirito Santo,
risulta invincibile. Essa è il luogo dove l’umanità è vissuta
nella co-umanità. Essa è il luogo dove Dio vuole abitare e
dimorare; infatti “<i>qui si riconosce l’umanità di Dio, si
gioisce di essa, la si celebra e le si dà testimonianza.”</i><sup><i><a class="sdfootnoteanc" href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#sdfootnote14sym" name="sdfootnote14anc"><sup>14</sup></a></i></sup>
La chiesa dunque testimonia di un fatto che non può contenere in sé
(la chiamata di Dio è rivolta a ogni essere umano); al contempo,
essa è il luogo dove <i>l’umanità di Dio vuole assumere, già
nel tempo e qui sulla terra, una forma tangibile. </i><sup><i><a class="sdfootnoteanc" href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#sdfootnote15sym" name="sdfootnote15anc"><sup>15</sup></a></i></sup></div>
</li>
</ol>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Come
la parola della Chiesa non è altro che la parola che Dio le ha
rivolto, e questa parola è Cristo stesso, così anche il teologo
termina con una parola, anzi l’ultima parola:</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<i>L’ultima
parola che io come teologo ho da dire, non è un concetto come
grazia, ma un nome: Gesù Cristo. Egli è la grazia, ed egli è
l’ultimum, al di là del mondo e della chiesa e anche della
teologia…</i><sup><i><a class="sdfootnoteanc" href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#sdfootnote16sym" name="sdfootnote16anc"><sup>16</sup></a></i></sup></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<i><b>Bibliografia</b></i></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
Karl
Barth, Biografia – Eberhard Busch, Queriniana</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
L’umanità
di Dio, L’attualità del messaggio Cristiano – Karl Barth,
Claudiana</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
La
teologia del Novecento – Fulvio Ferrario, Carrocci Ed.</div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div id="sdfootnote1">
<div class="sdfootnote">
<a class="sdfootnotesym" href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#sdfootnote1anc" name="sdfootnote1sym">1</a>
Karl Barth, Nachwort, 295; citato in E. Busch, Karl Barth – Biografia, Queriniana.</div>
</div>
<div id="sdfootnote2">
<div class="sdfootnote">
<a class="sdfootnotesym" href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#sdfootnote2anc" name="sdfootnote2sym">2</a>
“Subita conversione” l’espressione scelta da Barth e
riecheggiante l’espressione di Giovanni Calvino con la quale egli
definì la sua adesione alla Riforma.</div>
</div>
<div id="sdfootnote3">
<div class="sdfootnote">
<a class="sdfootnotesym" href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#sdfootnote3anc" name="sdfootnote3sym">3</a> Karl Barth, L’umanità di Dio, pag. 18, Claudiana.</div>
</div>
<div id="sdfootnote4">
<div class="sdfootnote">
<a class="sdfootnotesym" href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#sdfootnote4anc" name="sdfootnote4sym">4</a>
Id., pag. 23.</div>
</div>
<div id="sdfootnote5">
<div class="sdfootnote">
<a class="sdfootnotesym" href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#sdfootnote5anc" name="sdfootnote5sym">5</a>
Lettera a Paul Van Buren, 18 novembre 1955.</div>
</div>
<div id="sdfootnote6">
<div class="sdfootnote">
<a class="sdfootnotesym" href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#sdfootnote6anc" name="sdfootnote6sym">6</a>
Lettera ai figli del 10 Ottobre 1955.</div>
</div>
<div id="sdfootnote7">
<div class="sdfootnote">
<a class="sdfootnotesym" href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#sdfootnote7anc" name="sdfootnote7sym">7</a>
Discorso a Lambeth Palace del Luglio 1956.
</div>
</div>
<div id="sdfootnote8">
<div class="sdfootnote">
<a class="sdfootnotesym" href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#sdfootnote8anc" name="sdfootnote8sym">8</a>
L’umanità di Dio, pag. 25.</div>
</div>
<div id="sdfootnote9">
<div class="sdfootnote">
<a class="sdfootnotesym" href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#sdfootnote9anc" name="sdfootnote9sym">9</a>
TA VIII, 209, Karl Barth.
</div>
</div>
<div id="sdfootnote10">
<div class="sdfootnote">
<a class="sdfootnotesym" href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#sdfootnote10anc" name="sdfootnote10sym">10</a> Karl Barth, La teologia protestante nel XIX secolo, Jaca Book.</div>
</div>
<div id="sdfootnote11">
<div class="sdfootnote">
<a class="sdfootnotesym" href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#sdfootnote11anc" name="sdfootnote11sym">11</a> Karl Barth, L’umanità di Dio, pag. 29, Claudiana.</div>
</div>
<div id="sdfootnote12">
<div class="sdfootnote">
<a class="sdfootnotesym" href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#sdfootnote12anc" name="sdfootnote12sym">12</a>
Id. pag. 34.
</div>
</div>
<div id="sdfootnote13">
<div class="sdfootnote">
<a class="sdfootnotesym" href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#sdfootnote13anc" name="sdfootnote13sym">13</a>
Id. pag. 36.</div>
</div>
<div id="sdfootnote14">
<div class="sdfootnote">
<a class="sdfootnotesym" href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#sdfootnote14anc" name="sdfootnote14sym">14</a>
Id. pag. 38.
</div>
</div>
<div id="sdfootnote15">
<div class="sdfootnote">
<a class="sdfootnotesym" href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#sdfootnote15anc" name="sdfootnote15sym">15</a>
Id. pag. 38.
</div>
</div>
<div id="sdfootnote16">
<div class="sdfootnote">
<a class="sdfootnotesym" href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7417823216004589781#sdfootnote16anc" name="sdfootnote16sym">16</a>
Letzte Zeugnisse , 30 </div>
</div>
Jonathan Simone Benattihttp://www.blogger.com/profile/08967034071168168067noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7417823216004589781.post-44057998803932600492013-03-05T14:36:00.000-08:002013-03-05T14:36:10.077-08:00Prolegomena, ovvero l'arte di iniziare dall'inizioUna mansarda, molti libri di teologia (eppure, mai troppi!) , un giradischi che ora riproduce musica di Bach ora di John Coltrane, alcune vecchie foto, una macchina da scrivere...<br />
<br />
...un luogo adatto per riflettere e scrivere, con una precisazione: è la vita che entra in questo luogo per interrogare il pensiero; non è però questo luogo che diviene una sorta di torre d'avorio da cui osservare tutto con apatico e razionale distacco.<br />
<br />
Un luogo da cui pensare tenendo in vista la comunità degli uomini e delle donne: dal sottotetto le carte sparse, ogni tanto, si materializzano sullo schermo di un computer, per essere condivise, lette, criticate, considerate e quant'altro le parole possano suscitare.<br />
<br />
Con chi tutto ciò? Con chiunque le voglia leggere e a sua volta iniziare un dialogo.<br />
<br />
In che spirito? Quello che Karl Barth espresse a nome di tutti quelli che, addetti ai mestieri e non, fanno della teologia non solo una passione speculativa, ma un modo di vivere, di leggere la realtà, di sentire e agire. Un discorso in fondo che mette al centro non l'uomo, ma Dio, con tutti i limiti nostri e con un Dio comprensibile e al contempo sfuggente, non gestibile.<br />
<br />
<i>"Come teologi dobbiamo parlare di Dio, ma noi siamo uomini, e come tali non possiamo parlare di Dio. Dobbiamo essere coscienti di entrambe le condizioni, del nostro dovere e del nostro non potere, e proprio per questo rendere onore a Dio". </i><br />
(Karl Barth, La parola di Dio come compito della teologia, in Le origini della teologia Dialettica, pag. 238, ed. Queriniana).<br />
<br />
<br />
Teologia come dialogo e biografia, nell'incompletezza e nella parzialità del vedere umano, e per questo dunque, un riflettere autentico, in divenire: nello stupore e nella meraviglia, cantando, ringraziando.<br />
<br />
Se queste pagine serviranno in qualche modo a chi legge, così come servono a chi scrive,<br />
il compito di questo blog sarà adempiuto oltre ogni aspettativa.<br />
<br />
Jonathan S. Benatti<br />
<br />Jonathan Simone Benattihttp://www.blogger.com/profile/08967034071168168067noreply@blogger.com0